Editoriale di Marco Travaglio che ripercorre la vicenda di Luigi De Magistris, dal 2005 in poi: “Nel 2005 l’ex presidente di giunta della Calabria Chiaravalloti disse su De Magistris: ‘Lo dobbiamo ammazzare’. De Magistris stava indagando sulle ruberie di miliardi pubblici per formazione professionale e depuratori. Ci furono 117 interpellanze parlamentari, gli ispettori in ufficio, i trasferimenti: De Magistris è isolato”. Il condirettore de Il Fatto Quotidiano poi sottolinea: “Ad Annozero abbiamo parlato di un fatto nuovo: tutti contro un magistrato. Non abbiamo detto che De Magistris aveva ragione, ma abbiamo raccontato un fatto che non si era mai visto. E si scatenò la reazione della società civile a Catanzaro con l’associazione “Ammazzateci tutti”, nata perché De Magistris finisse le sue indagini”. E aggiunge: “A De Magistris hanno scippato tre inchieste su tre. Ora Mastella si sta prendendo la rivincita e tuona: ‘Why Not ha cambiato la storia politica italiana‘”. Travaglio cita anche il quotidiano Libero e Rutelli. Ma spiega che Mastella si dimise 4 mesi dopo e non per l’inchiesta Why Not, ma per un’altra inchiesta che portò all’arresto della moglie, consuocero e fedelissimi dell’ex Guardiasigilli del governo Prodi. Travaglio difende anche Genchi, condannato insieme a De Magistris una settimana fa, e spiega la vera natura del suo lavoro di consulente informatico: “Ricordate la profezia di Chiaravalloti? “De Magistris passerà la vita a difendersi”. Bene, l’han condannato a Roma in primo grado per abuso d’ufficio, e sospeso da sindaco per la legge Severino. Condannato anche il suo consulente Genchi. Che faceva Genchi? Secondo i giornali, intercettava illegalmente politici e conservava milioni di file illegali in un archivio illegale con metodi illegali.”. E precisa: “Primo. Il metodo Genchi è servito alle indagini su Capaci e via d’Amelio, e per questo gli hanno dato medaglie. Secondo. Genchi non ha mai intercettato nessuno. Terzo. La condanna riguarda i tabulati di 8 deputati, tra cui Prodi, Mastella e Rutelli, usati senza chiedere l’autorizzazione della Camera. Ma, per farlo, uno avrebbe dovuto sapere che il tabulato corrispondeva al telefono di un deputato”. Travaglio osserva: “Ma se il telefono è intestato alla Camera e lo usa un funzionario, un portaborse, o la moglie del deputato? Per usare i tabulati dei deputati devi quindi chiedere l’ok; ma per farlo devi sapere che il telefono lo usa il deputato, come fai a sapere che lo usa il deputato senza il tabulato?”. E continua: “Il vero abuso di De Magistris è non essere un medium: doveva capire che erano numeri di onorevoli“