Musica

Yann Tiersen, oltre “Il favoloso mondo di Amélie” un mondo eterogeneo di sonorità

Registrato tra l'Ile de Ouessant e l'Islanda, "Infinity" è l'ultimo lavoro del compositore: noto ai più per la colonna sonora del film di Jean- Pierre Jeunet, Tiersen ha portato sul palco della Royal Festival di Londra una nuova dimensione, dove tradizione popolare, minimalismo, sperimentazione e tradizione pop si intrecciano

di Chiara Felice

Di fronte al tutto esaurito della Royal Festival Hall di Londra, una domanda sorge spontanea: quanti spettatori sono presenti per il concerto di Yann Tiersen e quanti lo sono per il concerto dell’autore della colonna sonora de “Il Favoloso Mondo di Amélie”? A dispetto di ogni suo desiderio, la musica del compositore bretone sarà legata indissolubilmente alle composizioni per il film di Jean-Pierre Jeunet. Nell’universo Yann Tiersen, “Il Favoloso Mondo di Amélie” rappresenta un esiguo frammento in grado di rivelare solo una piccolissima parte dell’eterogeneo mondo che in questi anni Tiersen è riuscito a costruire. Davanti ad una platea indubbiamente interessata, il compositore si prepara a svelare un nuovo capitolo portando in scena soprattutto le musiche del suo ultimo e notevole lavoro in studio, “Infinity”, dove in parte viene ripreso e ampliato un discorso iniziato con i precedenti “Dust Lane” e “Skyline”.

Il palco della Royal Festival Hall ospita una pletora di strumenti che abbraccia tutte le cinque famiglie: percussioni, chitarre, tastiere, violino, melodica, kinderklavier, sintetizzatori, handbells, vibrafono, tutto indispensabile per tessere le fila di una nuova dimensione dove tradizione popolare, minimalismo, sperimentazione e inclinazione pop si intrecciano a formare perfetti quadri di sonorità contemporanee. Il concerto si apre con il brano che chiude l’album “Infinity” – Meteorites – per poi proseguire con l’andamento trascinato e sinistro di “Slippery Stones” che ha in sé la malinconia Tierseniana delle giostre in disuso e che viene subito smorzata dai sintetizzatori e i loop di “Ar Maen Bihan”, i quali aprono la strada al brano più pop del disco (e della serata): “Midsummer Evening” descritta dallo stesso Tiersen come “una canzone allegra”.

“Infinity” è stato scritto e registrato tra l’Ile de Ouessant e l’Islanda, ambientazioni che hanno influenzato le sonorità del disco, ed in alcune soluzioni sinfoniche si possono sentire rimandi anche ai Sigur Ros. Dal vivo la riproposizione di sonorità frutto di molteplici commistioni riesce ad essere ancora più coinvolgente, come nel caso di “Steinn” che si districa tra loop e suoni saturi (dove sembra di sentire i Mogwai) che sovrastano quelli acustici. Anche i testi presentano lingue diverse: l’appena citata “Steinn” è cantata in islandese, “Ar Maen Bihan” in bretone e “Gronjord” in faroese. Per l’intero concerto – che vedrà in scaletta anche brani dalle precedenti produzioni, soprattutto dall’album “Dust Lane” – Yann Tiersen si alternerà tra le sue tastiere, la melodica, la chitarra, i sintetizzatori e il violino; e proprio con quest’ultimo a fine concerto darà vita ad una versione strepitosa di “Sur Le Fil” rivisitando l’originale – contenuto nella colonna sonora de “Il Favoloso Mondo di Amélie” – e mutandone la struttura con un crescendo mozzafiato. Tiersen dedicherà alla colonna sonora che lo ha reso celebre solo un’altra manciata di brani tra i quali una toccante “La Dispute”, nessuno dei quali appartenenti ai motivi maggiormente conosciuti (“Comptine d’un autre été: L’Apres Midi”, “Les Jours Tristes” o “La Valse d’Amlié”).

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