Il disegno di legge arriverà alla camera l'8 ottobre. I 5 stelle denunciano di non aver avuto il tempo di leggere il testo, poi approvato da tutte le altre forze politiche: "Dubbi sull'impianto generale: non si prevede il conflitto per parlamentari, consiglieri regionali o comunali. Non c'è certezza delle sanzioni"
Due ore di tempo per votare la bozza del disegno di legge sul conflitto di interessi. L’ha scritta l’onorevole di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, già autore dell’emendamento “Salva Ruby” per aiutare Berlusconi, e anche il Pd in Commissione affari costituzionali ha contribuito a farla approvare a tempo di record. Presentata alle 18.15 di giovedì 2 ottobre, all’inizio avrebbe dovuto essere votata nel giro di 20 minuti. I 5 stelle hanno chiesto di ritardare “per avere almeno il tempo di leggere la proposta” e si è andati al voto intorno alle 21. “Poi ci siamo consultati e abbiamo deciso di non presentarci”, racconta il deputato M5s Riccardo Fraccaro. “Come possiamo esprimerci su un testo che non abbiamo potuto nemmeno valutare? Il Pd ha avuto il coraggio di farlo senza fiatare. Cosa prevede la bozza? Siamo molto insoddisfatti: quasi nessuna delle osservazioni sollevate in questi mesi e anni è stata accolta”. Una ricostruzione dei fatti smentita da Sisto che in una nota ha scritto: “Iter assolutamente regolare, i 5 stelle vogliono fare solo sterile polemica e aizzare la piazza verso inesistenti fantasmi del ‘Parlamento cattivo’, strumentalizzando il loro ruolo ben al di là della legittima critica politica”.
I dubbi però, al di là delle dinamiche tecniche in Commissione, riguardano l’impianto della legge che dovrebbe finalmente modificare la legge Frattini del 2004 tanto criticata negli ultimi anni. Ma nella pratica sembra ancora una volta mancare una definizione certa di conflitto di interessi, mentre non c’è riferimento a chi ha partecipazioni nell’editoria (Silvio Berlusconi tanto per fare un esempio) e inoltre, altro punto su cui si erano espresse le varie forze politiche nelle proposte di legge depositate, non figura il conflitto di interessi per i semplici parlamentari né per i consiglieri regionali o comunali, ma solo per le cariche di governo. Infine lascia perplessi la certezza delle sanzioni. All’articolo 9 del testo infatti, si prevede l’istituzione di una “Commissione nazionale per la prevenzione dei conflitti di interesse” che dovrebbe occuparsi delle sanzioni: “E’ organo collegiale”, si legge, “costituito da 5 componenti nominati dal presidente della Repubblica che li sceglie, sentititi i presidenti di Camera e Senato, tra persone di notoria e indiscussa capacità e indipendenza”. Criteri molto vaghi che sollevano numerose perplessità. Ma non è l’unico punto dubbio. “La sanzione”, aggiunge la deputata M5S Fabiana Dadone (M5S), “per chi rilascia dichiarazioni mendaci o incomplete ai fini della valutazione dei propri conflitti di interessi prevede una multa che non sia inferiore alla metà e non sia superiore al doppio del reddito presente nell’ultima denuncia dei redditi. Le ingiuste cartelle di Equitalia con cui si tartassano i professionisti, gli artigiani e i piccoli imprenditori italiani sono ben più pesanti”.
Sul tavolo del presidente della Commissione Sisto c’erano 5 proposte di legge, due del Pd (una a firma Bressa e una Civati), due del Movimento 5 stelle (Fraccaro e Dadone) e una di Scelta civica (a prima firma Tinagli). Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per lunedì 5 ottobre alle 14 (l’arrivo in aula è stato fissato per mercoledì 8 ottobre). “Non c’è nessun miglioramento”, dice Fraccaro, “avevamo sperato che fosse il momento per l’Italia di avere una buona legge sul conflitto d’interessi e invece il patto tra Renzi e il pregiudicato colpisce ancora una volta. Stiamo studiando tutta la bozza e presenteremo emendamenti per cercare di intervenire in qualche modo”.
A scrivere la bozza del governo è stato Paolo Sisto, deputato pugliese di Forza Italia e nelle ultime ore tra i quotati per diventare candidato per la Corte costituzionale. Ha un curriculum già noto alle cronache degli azzurri: oltre ad essere l’avvocato dell’uomo delle riforme Denis Verdini, è noto perché tentò di modificare nel maggio 2012 con un emendamento (poi chiamato “salva Ruby“) il reato di concussione a tutela dell’ex Cavaliere. La modifica di Sisto prevedeva che il reato ci fosse solo nel caso in cui fosse dimostrato lo scambio di denaro. Poi bocciato, ma il tentativo venne fatto. Ora per lui è la volta di occuparsi di conflitto d’interessi. E’ la legge più attesa dalla sinistra e mai realizzata. Negli ultimi mesi è stata prima promessa da Enrico Letta, poi spenta da Graziano Delrio (“Non può chiedere la luna”, disse) e infine ripromessa prima della pausa estiva. La capigruppo di Montecitorio l’ha calendarizzata per l’8 ottobre e la commissione ha indetto le audizioni in tutta fretta per arrivare ad una sintesi con una bozza presentata dal governo.
I 5 stelle contestano la lentezza nel riuscire a calendarizzare il testo e poi la velocità con cui si è affrontata la discussione. “Abbiamo fatto pochissime audizioni e non c’è stata nemmeno una settimana di discussione”, conclude Fraccaro. L’onorevole Sisto però smentisce categoricamente: “Non posso che rilevare, con sincero rammarico, quale presidente della commissione stessa, la scorrettezza delle notizie diffuse. Il provvedimento, che non è di esclusiva iniziativa dei 5 Stelle, ha avuto un iter assolutamente regolare: anche su richiesta del M5s, sono state tenute numerose audizioni di esperti, conclusesi solo qualche giorno fa. Il testo base, derivante dalla sintesi delle varie proposte legislative, è stato messo a disposizione della commissione a tempo di record: 24 ore dopo la conclusione delle audizioni stesse”, prosegue. “Ieri, pur sapendo che il provvedimento è stato calendarizzato in Aula per mercoledì prossimo, i 5 Stelle hanno chiesto prima 36 ore di rinvio, poi 24; soluzioni che, di fatto, avrebbero impedito l’approdo in Aula nei tempi previsti. Tenuto conto che quello che si doveva adottare era un testo base – continua – cioè, appunto, una base di lavoro da emendare poi con le iniziative dei singoli parlamentari, sono state loro concesse due ore di tempo”.