Società

“Da Mosca alle Fiji, il nostro viaggio low cost e senza aereo in 15 Paesi”

Ivana ed Eleonora hanno lasciato il loro lavoro per partire. L'unico volo sul quale sono salite è stato Milano-Mosca, a luglio 2013. Poi per i 15 mesi successivi solo treni, bus, moto, navi. Nonostante questo hanno attraversato Asia e Oceania senza guide, vissuto con le popolazioni locali e visitato i luoghi che consigliavano loro. La storia del loro viaggio in un blog

Quindici Paesi in 15 mesi. E tutto quello di cui hanno bisogno lo portano sulle spalle, in uno zaino che è diventato ormai un compagno di avventure. Ivana Stampeggi, 36 anni, ed Eleonora Subini (Lola), 32, hanno lasciato i rispettivi lavori a Milano, preparato le borse e una mattina del luglio 2013 si sono messe in viaggio. L’unica prenotazione: il volo Milano-Mosca. Ora da più di un anno vagano tra l’Asia e l’Oceania seguendo un itinerario che non prevede l’utilizzo di aerei come mezzo di trasporto.

“In realtà è nato tutto un po’ per caso”, spiega Eleonora. “Dovevamo partire per sei mesi – aggiunge Ivana – l’idea era di arrivare in Australia via terra, in modo da poter vedere il più possibile. All’inizio ci sono venute in mente la Transiberiana e la Transmongolica, poi abbiamo deciso di raggiungere Sydney. Pensavamo bastassero 5 mesi e invece ne sono serviti 12. Ora ogni persona che incontriamo, ogni luogo che vediamo, ogni backpacker (persone che viaggiano zaino in spalla, ndr) che conosciamo ci dà idee nuove”.

E di spunti ne hanno avuti parecchi: in poco più di un anno hanno attraversato Russia, Mongolia, Cina, Sud Corea, Giappone, Taiwan, Singapore, Malesia, Thailandia, Australia, Nuova Zelanda, Fiji, Filippine, Birmania e Vietnam, collezionando esperienze indimenticabili, incontrando molte persone e confrontandosi con culture diverse: “Abbiamo fatto immersioni nelle Filippine, rock climbing indoor e outdoor, scalato le famose terrazze di riso in Cina, ci siamo tuffate nei laghetti gelati della Nuova Zelanda, vissuto nelle ‘ger’ (abitazioni mobili, ndr) dei nomadi in Mongolia e viaggiato in sette in un furgone, visitato templi meravigliosi, guidato attraverso l’outback australiano, da Cairns fino ad Alice Springs percorrendo 5mila chilometri, siamo state ospiti di famiglie locali e mangiato tutti i cibi possibili e immaginabili. In Vietnam, poi, a Sapa, meta abbastanza turistica, abbiamo fatto volontariato vivendo in una scuola con i locali: un’esperienza unica. Il sogno ora è quello di raggiungere il Tibet e il Nepal via terra. Poi faremo il dive master, ma ancora non sappiamo dove”, conclude Ivana.

Il tutto low cost. “Volevamo viaggiare 6 mesi spendendo mille euro al mese. Siamo uscite un po’ dal budget – confessa Eleonora – ma in senso buono. Ci siamo rese conto che è facilissimo usare meno”. “In un anno abbiamo speso una media di 777 euro al mese, considerando però che abbiamo anche comprato un tablet e un computer per poter aggiornare il nostro blog – spiega Ivana – alla fine sono più di 6 mila euro, ma perché abbiamo continuato a viaggiare”. I segreti della loro parsimonia li svela Lola: “Usiamo molto il couchsurfing. In alcuni Paesi più cari lo abbiamo utilizzato per risparmiare, ma in altri perché volevamo conoscere meglio la cultura locale: vivere con gli abitanti di un luogo ti regala momenti fantastici”.

E poi l’utilizzo degli autobus locali, “che magari fanno più fermate, ma che sono più economici” e dei treni “che regalano paesaggi mozzafiato” e infine mangiando nei ristoranti più economici o comprando cibo direttamente nei negozi alimentari. “Al giorno di media spendiamo meno di un euro”. Una filosofia di viaggio che si potrebbe riassumere così: no all’uso dell’aereo, in modo tale da poter vedere il maggior numero di luoghi possibili, no all’uso delle guide turistiche e incontro con le popolazioni locali, per farsi consigliare itinerari insoliti e potersi immergere nella reale cultura del Paese. “Le guide sono tutte uguali – rivela Ivana – non hanno originalità. Attraverso i consigli delle persone che abbiamo conosciuto abbiamo visto luoghi che non avremmo scoperto altrimenti. Un esempio? Le dune di Rainbow beach, in Australia, un panorama davvero suggestivo”.

In un anno la loro vita è cambiata radicalmente: Eleonora lavorava per un’azienda di Pescara che organizza eventi a Milano e Ivana, dopo il fallimento della ditta impegnata nel settore nautico nella quale era impiegata, si è rimessa in gioco e, grazie anche al fatto di essere madrelingua, ha preso i certificati per poter insegnare inglese. Quando si sono conosciute, però, hanno sentito che il loro desiderio più grande era viaggiare. E così sono partite, documentando tutto attraverso video e macchina fotografica, una pagina facebook e aprendo un blog.

Il loro cammino giungerà al traguardo a inizio 2015. “Tagliamo il viaggio a un anno e 7 mesi – spiega Ivana – rientreremo per fine gennaio, inizio febbraio. A un certo punto tornare fa bene, perché comunque è un’esperienza stancante: in 14 mesi non ci siamo mai fermate in un alloggio stabile per più di 3-4 giorni. Quindi torniamo a casa, ricarichiamo le pile e vediamo che fare con tutto il materiale che abbiamo, foto, video”. In ogni caso non riuscirebbero a rimanere ferme: “L’obiettivo è ripartire, ma lavorando. Magari facendo la stagione alle Canarie o in Egitto nei diving. O magari il blog, che per il momento è ancora all’inizio, prenderà una strada inaspettata e troveremo uno sponsor che ci permetterà di viaggiare ancora. Cercheremo una partenza diversa”.