Le conclusioni dei periti del Cnr escludono responsabilità delle due imbarcazioni che "accompagnavano" la Jolly Nero nella manovra finita tragicamente con il crollo della struttura che provocò 9 morti
Non è possibile accertare se i rimorchiatori potevano evitare l’incidente della Torre dei piloti del molo Giano del porto di Genova, crollata la sera del 7 maggio 2013 perché travolta dalla poppa della portacontainer Jolly Nero, nave della Messina. I consulenti del Cnr incaricati dalla procura di Genova nell’inchiesta che vede indagate 6 persone più lo stesso armatore, dopo alcuni complessi calcoli matematici, hanno concluso che “non si ritiene possibile ricostruire in maniera affidabile la forza esercitata dai rimorchiatori né l’angolo di tiro”. L’incidente, infatti, è avvenuto mentre il mercantile stava compiendo una manovra di uscita dal porto anche grazie a due rimorchiatori a prua e a poppa, il Genua e lo Spagna. Il quesito formulato dalla Procura aveva l’obiettivo di stabilire se i rimorchiatori avrebbero potuto o meno, agendo in modo diverso da quanto accadde, evitare l’impatto e la morte di 9 persone. Questa che sembra una notizia solo tecnica in realtà diventa un punto contrario alla tesi della compagnia di navigazione che sostiene che il contributo dei rimorchiatori sarebbe potuto essere determinante. L’ipotesi del pm Walter Cotugno, al contrario, è che non sarebbero potuti intervenire in modo decisivo sulla rotta in retromarcia della nave.
I periti, dopo aver incrociato tutti i dati a loro disposizione, hanno spiegato che non è possibile triangolare esattamente la posizione della nave e quella dei rimorchiatori perché alcuni dati non esistono (uno dei rimorchiatori non aveva il gps acceso) e altri sono completamente sballati perché per esempio il rimorchiatore di prua essendo posizionato sotto la murata della nave non riceveva in maniera corretta i satelliti. Anche la telecamera a infrarossi che avrebbe dovuto chiarire in base al colore la ‘quantità’ di forza esercitata non è riuscita a fornire secondo il Cnr dati affidabili. La relazione dei consulenti è stata ora consegnata al gip Ferdinando Baldini. Ora manca solo un’ultima perizia: una relazione di un esperto di Trento, Alberto Marino, dopo un sopralluogo di due giorni avvenuto ad agosto a bordo della Jolly Nero. Quando sarà depositata anche questa relazione – che peraltro sarà eseguita come incidente probatorio e quindi come prova in un processo – il pm Cotugno e il procuratore capo Michele Di Lecce chiuderanno le indagini preliminari, secondo il Secolo XIX già entro la fine dell’anno. L’incidente probatorio si doveva tenere il 10 ottobre ma il perito del gip Alberto Marinò, incaricato di ricostruire l’incidente, avrebbe chiesto una proroga di 60 giorni per depositare la sua relazione, molto probabilmente quindi sarà disposto un rinvio dell’udienza.
Per il crollo della torre dei piloti sono indagati il comandante della Jolly Nero Roberto Paoloni, il primo ufficiale Lorenzo Repetto, il direttore di macchina Franco Giammoro, il pilota Paolo Anfossi, il terzo ufficiale Cristina Vaccaro e Gianpaolo Olmetti, responsabile tecnico dell’armamento della flotta dei Messina. Ad eccezione di Vaccaro, indagata per falso, i capi di imputazione per gli altri sono omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo di costruzioni.