All'esponente di Forza Italia, sposata con il primogenito di Clemente Mastella, un passato nell'Udeur, vengono contestate spese non effettuate per 20mila euro ma rimborsate con documentazione contraffatta
Si allunga e tocca quota 37 la lista dei consiglieri regionali liguri finiti sotto la lente di ingrandimento della corte dei conti, sezione contabile, che con la Guardia di Finanza sta passando al setaccio le note spese presentate dal 2008 a tutto il primo semestre del 2010. E ha rilevato finora 850mila euro di spese irregolari, riferibili al solo anno 2008. Mentre la procura della Repubblica di Genova si è concentrata sul periodo che va dal secondo semestre del 2010 a tutto il 2912. Risultato: sono tredici i consiglieri regionali indagati per reati che vanno dal falso al peculato.
L’ultima new entry porta il nome di Roberta Gasco, indagata per falso e peculato dal pm genovese Massimo Terrile che le contesta di aver presentato documentazione contraffatta e incassato circa ventimila euro per spese istituzionali in realtà neppure mai effettuate. Gasco è la nuora dell’ex ministro e notabile democristiano Clemente Mastella, avendo sposato il figlio primogenito, Elio. Consigliere alla Regione Liguria, oggi in quota a Forza Italia, aveva iniziato la carriera politica nell’Udc ed era passata alla guida del Gruppo Misto di via Fieschi. Proprio alla precedente legislatura (2005-2010) si riferiscono le contestazioni elevate nei suoi confronti. Terrile si appresta ad inviarle l’acip (l’avviso di conclusione delle indagini). Tra gli altri consiglieri oggetto di indagine figura (già chiuse per lui le indagini) Lorenzo Castè, entrato in Regione con Rifondazione Comunista, passato al PdCi (Partito dei comunisti italiani) e approdato al gruppo Misto. Anche Castè deve rispondere di presunte irregolarità nella gestione delle spese istituzionali. Avrebbe preparato a tavolino fatture false per giustificare cene per attività politica mai avvenute e avrebbe presentato pezze d’appoggio per pranzi consumati contemporaneamente in due luoghi diversi. Salato il conto dei presunti imbrogli, consumati fra il 2008 e il 2010: 147mila euro in spese di ristorazione, 13mila per giornali e riviste, 56 per spese di rappresentanza, 8mila per acquisto di vini prodotti dall’azienda della moglie. La probabilità che, se fossero rinviati a giudizio, si celebrino i processi è alta per quanto riguarda l’accusa di falso per il quale è prevista la prescrizione di dieci anni, mentre per il peculato il periodo è stato ristretto a sette e potrebbe compromettere il giudizio finale.
ilfattoquotidiano.it ha tentato di mettersi in contatto con Roberta Gasco per ascoltare la sua versione dei fatti e raccogliere un commento, ma senza esito.
La giovane avvocato civilista, originaria di Loano, è quello che si dice un “nome”. Nel 2010 ha sposato infatti Elio Mastella, primogenito dell’ex ministro Clemente Mastella. I due giovani si erano conosciuti alla festa che nel 2007 Mastella aveva organizzato a Ceppaloni per celebrare i trent’anni della sua carriera politica. La cerimonia di nozze fra Roberta Gasco ed Elio Mastella fu celebrata nel luglio 2010 a Loano – città di origine della sposa, il padre è stato un importante notabile della vecchia Dc – con corteo di vip e grande scialo di festeggiamenti. Erano presenti tra gli altri Salvatore e Jonella Ligresti, non ancora inciampati nelle pesanti disavventure giudiziarie che li hanno poi messi al tappeto, Diego Della Valle, Carlo Rossella e altre stelle del jet set. La carriera politica del giovane avvocato loanese conobbe un’impennata quando, nel 2005 (dunque prima del colpo di fulmine col figlio di Mastella) Claudio Burlando, che ai appresta a concludere il secondo mandato come governatore della Liguria, la inserì nel suo listino (collocazione che equivale alla elezione sicura) come esponente dell’Udeur. Cinque anni più tardi, ormai nuora dell’ex Guardasigilli, Gasco ha passato il Rubicone ponendosi all’opposizione della giunta Burlando, con la casacca del Pdl di cui è stata coordinatrice provinciale a Savona.
Non più tardi di quattro giorni fa, il 30 settembre, Gasco aveva rilasciato una eccitata dichiarazione: “Con mia grande soddisfazione questa mattina il Consiglio regionale della Liguria, all’unanimità, ha approvato la mia proposta di legge relativa all’Istituzione della Banca del Latte materno della Liguria e con mia grande soddisfazione ho preso atto dell’apertura del primo centro presso l’Ospedale Gaslini di Genova”. Gasco aveva spiegato che la Liguria, con Basilicata e Sardegna, era rimasta l’unica regione italiana a non aver istituito questo servizio, inaugurato dalla Toscana nel 2008 (con la creazione della prima rete europea) che aveva portato a 30 il numero delle unità presenti in Italia. Modesto il costo degli impianti, la nuova legge regionale prevede un finanziamento iniziale di 30 mila euro in particolare per l’acquisto di un pastorizzatore e di un freezer, e convenzioni con pubbliche assistenze e polizie municipali per la raccolta tra donne volontarie.
Conteggiando Casté e Gasco, sono tredici i consiglieri regionali indagati nei vari filoni giudiziari legati alle “spese pazze” in Liguria. Undici di loro rispondono solo di peculato per il periodo 2010-2012. L’aggiunto Nicola Piacente ha indagato quattro consiglieri dell’Idv che poi hanno lasciato il partito fondato da Antonio Di Pietro. Nicolò Scialfa e Marylin Fusco (ex vicepresidenti della giunta regionale), Maruska Piredda e Stefano Quaini. Il pm Francesco Pinto ha messo sotto indagine il segretario regionale dell’Udc Rosario Monteleone che ha lasciato la presidenza del consiglio regionale, ma non la carica di consigliere e relativo appannaggio. E il suo compagno di partito Marco Limoncini. E poi i consiglieri Pdl Franco Rocca, Alessio Saso e Luigi Morgillo, l’ex Pdl, passata al gruppo Misto, Raffaella Della Bianca e Aldo Siri (Lista Biasotti).