Nella coda del sesto turno del campionato arriva il risveglio di Napoli e Fiorentina, che contemporaneamente certifica il momento difficile dell’Inter. Buono spettacolo sia a Firenze che al San Paolo. Fioccano gol e colpi da maestro che arricchiscono una giornata già palpitante per la vittoria al veleno della Juventus contro la Roma, che dopo il 90esimo ha raggiunto vette assolute con le parole durissime di Totti e Sabatini. Dietro di loro la Sampdoria, ancora vincente, e l’Udinese bloccata in extremis dal Cesena. La notte dice che risale anche la squadra di Benitez e i viola superano l’Inter. Ecco come è andata nei posticipi.
Finalmente viola, l’Inter implode
Due squadre in cerca d’identità per motivi diversi. Lo stress test dello scontro diretto dice che la Fiorentina sta meglio dell’Inter. Lo shock degli infortuni è superato, anzi potrebbe diventare una fortuna perché regala la vetrina a Babacar. Quattro giornate d’ambientamento, poi il gol di Torino. E stasera la conferma: è attaccante, vero, che “sente” la porta. La dimostrazione è il gol capolavoro con il quale apre la partita dopo 7 minuti, facendo franare il terreno sotto le fondamenta già fragili dei nerazzurri. In sei turni di campionato la squadra di Mazzarri ha subito per tre volte un gol nei primi dieci minuti (Palermo e Cagliari, le altre). I suoi undici sono lenti, passivi, attendisti. Non basta neanche il doppio mediano proposto al Franchi per schermare la difesa e aggredire gli avversari. La Fiorentina fa quello che vuole, sempre. Succede di nuovo sul raddoppio di Cuadrado, troppo libero di colpire dal limite dell’area. Anche nel 3-0 di Tomovic la fase difensiva è da rivedere e prima il colombiano con Babacar avevano creato imbarazzo in più occasioni (splendido un duetto disinnescato da Handanovic). Montella dispone bene i suoi: creano tanto, difendono in maniera ordinata. Aquilani e Pizarro dominano a centrocampo. L’Inter è nulla. Spesso imprecisa quando lancia da dietro, cincischia a centrocampo e paga anche due punte statiche e incapaci di accorciare. Qualcosa la combina Dodò sulla sinistra, l’unico a impegnare Neto. No, i quattro gol incassati dal Cagliari non erano un caso. L’Inter ha smarrito quell’identità che sembrava stesse costruendo nella prima parte di stagione. Mazzarri appare impotente ma adesso ha la sosta da sfruttare.
Capolavoro Quagliarella, poi solo Napoli
Il Napoli soffre, va sotto grazie a un colpo di magia di Quagliarella ma si rialza e vince in rimonta. Si riaffaccia così nelle zone nobili della classifica scacciando definitivamente via i cattivi pensieri. La seconda vittoria consecutiva in campionato è figlia di una mole di gioco impressionante, nonostante Benitez tenga fuori dal suo 4-2-3-1 sia Hamsik che Mertens, affidandosi a Michu e Insigne alle spalle di Higuain. Glik sfiora il gol, poi il capolavoro di Quagliarella fa ripiombare il San Paolo nell’incubo. E sembra mettersi di mezzo anche la sfortuna. Perché c’è tanto Napoli ma Higuain sbaglia l’impossibile. Prima due volte sotto porta dopo un palo di Insigne, poi in proprio. Quando Gillet si esalta su Inler e la traversa ferma un colpo di testa di Michu a inizio ripresa la porta dei granata sembra davvero stregata. Poi invece, finalmente, arriva lui, Lorenzo Insigne. Lo scugnizzo si sblocca e si commuove. Il Napoli diventa quasi debordante, Koulibaly ha un’altra clamorosa occasione. Il Torino, che ha giocato un’onesta partita, reclama per una trattenuta in area su Quagliarella ma il Napoli è già dall’altra parte, di nuovo, e trova il vantaggio grazie a un colpo sporco di Callejon. Nel finale c’è da soffrire e un tiro di Gazzi rischia di trasformare la serata del risveglio (forse) definitivo in una clamorosa beffa.