Venticinque anni, francese di origini italiane, pilota di Formula 1. Questo è Jules Bianchi, nato a Nizza il 3 agosto 1989 e ora in gravissime condizioni dopo l’incidente in cui è rimasto coinvolto a Suzuka, nel Gp del Giappone. La sua famiglia era lombarda e, durante il periodo del regime fascista, il nonno fuggì da Milano per emigrare prima in Belgio e poi in Francia. Dopo l’inizio della carriera nel mondo dei kart, e i successivi passaggi in Formula Renault, F3 e Gp 2, il giovane transalpino nel 2012 è indicato come terzo pilota alla Force India, guidando in diverse prove libere (dalla Cina ad Abu Dhabi). Il 1 marzo 2013 viene ingaggiato dalla scuderia Marussia in sostituzione di Luiz Razia.
Jules Bianchi debutta in modo positivo, mettendosi in luce nonostante la scarsa competitività della sua vettura. Nel Gran Premio di Monaco del 2014 conquista i suoi primi punti iridati in F1 grazie ad un ottavo posto (poi retrocesso in nona posizione per una penalità di 5 secondi), i primi punti nella storia della Marussia. Poco più di un mese dopo ottiene a Silverstone il suo miglior piazzamento in qualifica, con un dodicesimo posto. Dal 2010 è allievo della Ferrari Driver Academy di Maranello e sale alcune volte sulla Rossa in occasione di alcuni test. L’ultimo a Silverstone nel 2014 dove, complice la contemporanea assenza di Fernando Alonso e Kimi Raikkonen, effettua i test e ottiene il miglior tempo nella seconda giornata insieme al collaudatore ufficiale dei Cavallino, Pedro de la Rosa. Nel suo passato anche un dramma legato alle corse, visto che Jules è nipote di Lucien Bianchi, morto durante delle prove sul circuito francese di Le Mans nel 1969.