“I magistrati non esercitano un potere, ma servono una collettività e i cittadini devono pretendere la verità perchè è un loro diritto sacrosanto. A far vincere il metodo mafioso è l’indifferenza“. Così il pm Nino Di Matteo, del pool di Palermo che sta sostenendo l’accusa nel processo sulla trattativa Stato-mafia, si è rivolto alla platea di studenti, professori e cittadini che hanno affollato il teatro Apollonio di Varese per l’evento organizzato da Libera, Antimafia 2000, Agende Rosse di Varese che hanno chiamato posto l’accento sulle mafie al Nord. “Bisogna innanzitutto parlarne, perché il silenzio copre tutto e fa il gioco di chi vive in modo sotterraneo”, ha spiegato il sostituto procuratore di Monza Salvatore Bellomo ricordando la frase di Giovanni Falcone (“La mafia è un fenomeno umano e come tale ha un inizio ed una fine). Lo spazio di tempo tra l’inizio e la fine – ha puntualizzato il magistrato – è determinato dallo sviluppo della coscienza civile”  di Mario Catania

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