Non c’è Forza Italia e neppure il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, ancora inglobati dal simbolo unico del Popolo della Libertà, mentre compare ancora il simbolo dell’ormai defunto Futuro e Libertà. È in effetti davvero un ritorno al futuro quello che vivono in queste ore ottomila elettori di Pachino e Rosolini, piccoli centri in provincia di Siracusa. Il Consiglio di giustizia amministrativa, infatti, ha ordinato la ripetizione delle elezioni regionali dell’ottobre 2012 in nove sezioni dei due comuni aretusei. Una decisione che non ha precedenti, scaturita dopo che Pippo Gennuso, non eletto a Palazzo dei Normanni per appena 93 voti, ha chiesto al Cga di effettuare il riconteggio delle schede.
Dal tribunale amministrativo era arrivato il via libera, solo che dal palazzo di giustizia di Siracusa erano sparite le schede votate alle elezioni. Il risultato è stato l’ordine da parte del Cga della ripetizione del voto in quelle sezioni, dove oggi sono sparite le schede votate nel 2012. Il replay del turno elettorale deve essere praticamente uguale a quello del 2012, compresi candidati, partiti e schieramenti. Ecco perché il deputato Vincenzo Vinciullo continua a torturarsi: sulla scheda elettorale gli elettori dovranno votarlo come candidato del Pdl di Berlusconi, mentre lui è ormai da mesi il luogotenente isolano del Nuovo Centro Destra di Alfano. Lo stesso Gennuso, l’uomo che ha scatenato il parapiglia delle elezioni bis, da nuovo militante di Forza Italia è costretto a correre di nuovo con il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, partito a cui apparteneva due anni fa, ma che nel frattempo è quasi evaporato.
Sempre a Forza Italia ha aderito oggi Edoardo Bandiera, che però farà finta di non essere all’opposizione dato che nel 2012 era candidato con l’Udc in sostegno di Rosario Crocetta, poi eletto presidente. Torneranno ad essere fieri oppositori dell’ex sindaco di Gela Titti Bufardeci e Pippo Gianni: oggi sono passati entrambi in maggioranza, ma due anni fa correvano in sostegno di Gianfranco Micciché e Nello Musumeci. Gianni, tra l’altro, è uno dei deputati in carica (insieme a Giambattista Coltraro del Megafono di Crocetta) che rischia di perdere la poltrona in favore di Gennuso. In bilico c’è anche Bruno Marziano, deputato del Pd, uno dei pochi che nel frattempo non ha cambiato casacca. Eppure è proprio Marziano che ha denunciato Crocetta in procura per voto di scambio. Il motivo? La nomina del consigliere comunale di Rosolini Piergiorgio Giarratana come assessore all’Ambiente da parte di Crocetta, che a sentire Marziano inquinerebbe il voto.
E poco importa che Marziano e Crocetta appartengano, in teoria, allo stesso partito: quel che conta è raggranellare più voti in un turno elettorale che è la fotocopia sbiadita di due anni fa. Una situazione paradossale persino in Sicilia, l’isola dei paradossi per antonomasia, dato che alle urne il Cga ha ordinato di richiamare tutti i cittadini che nel 2012 erano tra gli aventi diritto, perfino quelli che nel frattempo sono defunti: salvo clamorose sorprese, è molto probabile che finiranno nella lista degli astenuti.