“Essendo stato per 20 anni nei punti nevralgici del potere, non capisco come Giorgio Napolitano possa sostenere di non avere nulla da dire. Ad ogni modo sarebbe bello che la testimonianza fosse pubblica e gli italiani avessero la possibilità di ascoltare il suo silenzio o le cose che deciderà di raccontare”. Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato, interviene duramente sulla testimonianza del presidente della Repubblica nel processo sulla trattativa Stato-mafia prevista per il 28 ottobre. Da Varese, dove si è svolta una giornata sul tema delle mafie organizzata da Agende Rosse Varese, Libera Associazioni e Antimafia Duemila, l’ingegnere e fondatore di Agende Rosse spiega che: “Il capo dello Stato lo scorso novembre aveva inviato una lettera al presidente della Corte nella quale diceva di non aver avuto ‘ragguagli’ o ‘specificazioni’ da Loris D’Ambrosio su episodi accaduti tra il 1989 e il 1993, riconducibili secondo i magistrati proprio alla trattativa, e pertanto di non avere da riferire alcuna conoscenza utile al processo” di Mario Catania