Nel giorno in cui il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ministro Boschi a “blindare” la riforma del lavoro ponendo la fiducia sul Jobs act Matteo Renzi sceglie il programma Quinta Colonna per ribadire le posizioni del governo su articolo 18, Tfr e legge di stabilità. A poche ore dall’incontro con i sindacati il presidente del Consiglio lancia il suo appello: “Io voglio chiedere ai sindacati se son davvero convinti che il problema è di un altro o se sono d’accordo che anche loro devono dare una mano. Vorrei che i sindacati dessero una manoPerché vedo i sindacati alle 8? Almeno si fa alla svelta… Mi dà un po’ noia questa immagine del tavolone della sala Verde: sono 30 anni che nei Tg ci presentano queste riunioni dove chiacchierano, chiacchierano e non concludono. Si può anche non essere d’accordo ma si deve concludere”.

Il premier: “Non possiamo non farcela questa volta”. Il premier parla di una situazione grave: “Se siamo arrivati a questo punto in Italia, la colpa è dei politici, ma c’è una responsabilità diffusa di tanta gente, anche dei sindacati. Se c’è un ragazzo della mia età che non si iscrive ai sindacati, è perché hanno perso un po’ di rapporto con il territorio”. E sulle tensioni nel partito risponde: “Non c’è in discussione il Pd ma l’Italia: dobbiamo rimetterla in moto. E allora stiamo ad ascoltare i suggerimenti di tutti ma non mi va che ci sia qualcuno che pretende di bloccare perché da vent’anni siam nella palude e ora tocca a me guidare. Bisogna che la macchina vada“. “Noi non possiamo non farcela questa volta”, “questa storia di farcela a questo giro non riguarda solo me o il Pd, ma l’Italia – afferma Renzi sottolineando – per il Pd ha votato anche gente che normalmente non votava il Pd”.  

 

Tfr: “Vorrei diventassimo un paese dove al lavoratore si dà di più”. Sul tema del trattamento di fine rapporto che tante discussioni sta provocando il segretario del Pd ripete: “Vorrei diventassimo come gli altri Paesi, dove al lavoratore si dà di più e piano piano si riducono le tasse all’azienda“. E sull’anticipo del Tfr in busta paga aggiunge: “Bisogna che non sia un problema per la piccola e media e impresa, per questo stiamo discutendo con le banche, siccome hanno la liquidità dall’Europa”. Sul Tfr “gli italiani sono divisi, è un tema che c’è solo da noi”, la base volontaria per la destinazione in busta paga “è un’ipotesi. A me non piace molto l’idea che per forza lo Stato impedisce di spendere quei soldi – sottolinea- noi possiamo dare un po’ più di fiducia e qualche soldo in più in busta paga”. 

L’articolo 18: “È un totem ideologico, riguarda solo 2500 persone”. “L’art. 18 è un totem ideologico, riguarda solo 2500 persone” ma “rischia anche di esser fonte di incertezza” perché il reintegro dipende dalla decisione del giudice “e le aziende non sanno dove battere la testa, anche le aziende straniere – dice il primo ministro -. Attenzione, l’Italia da troppi anni difende il Made in Italy pensando che siano il passaporto per l’imprenditore. A me non interessa se l’imprenditore è italiano, americano, indiano, cinese, a me interessa che lui tenga fabbrica qui, e crei posti di lavoro” spiega Renzi. Che poi torna sull’art. 18 e sottolinea: “È una battaglia ideologica, è allora perché i sindacati sono gli unici assieme ai partiti a non avere l’art.18?”

Legge di stabilità: “Tifano tutti contro ma li freghiamo”. Altro argomento affrontato dal premier è quello della legge di Stabilità. Le intenzioni, a parole, sono quelle di non alzare le tasse: niente revisioni delle aliquote Iva, nemmeno quella agevolata, niente ritocco della tassa di successione, niente aumento del gettito, se non attraverso nuove forme di lotta all’evasione. “Sulla legge di stabilità – dice – stanno tutti lì a tifare perché le cose vadano male ma noi li freghiamo”. 

“Dal 2015 unica tassa per i Comuni”. “Non da quest’anno perché quest’anno c’è la Tasi che è una scelta del passato, ma dal 2015 ci sarà un’unica tassa, secca, chiara” nei Comuni per case, strade, asili, giardini e servizi. “Il Comune deciderà quale” aliquota “mettere e sarà responsabile davanti ai cittadini” dice il premier. 

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