Altro che Jobs act e legge di stabilità, alla Camera si parla solo del big match di serie A. I club sono nutriti: tra i sostenitori bianconeri Francesco Boccia (che però si dissocia dalla mozione presentata dal suo gruppo), Bersani, Nitto Palma e Razzi, tra i giallorossi Cicchitto, Binetti e Vignaroli (M5s)
Altro che Jobs Act e legge di stabilità, il Parlamento si divide su Juventus e Roma. Tra tweet, interrogazioni ed esposti alla Consob il Transatlantico di Montecitorio si trasforma nel Processo del Lunedì. Da una parte l’affollatissimo Juventus Club, che annovera centinaia e centinaia di di parlamentari – fra cui Francesco Boccia (Pd), Massimo Corsaro (Fdi), Raffaele Fitto (Fi), Maria Rizzotti (Fi), Francesco Russo (Pd), Raffaele Volpi (Lega Nord), il veltroniano Paolo Gentiloni, l’ex prodiano Sandro Gozi, il peones Antonio Razzi, l’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani, i bersaniani Zoggia e Stumpo, l’ex An Altero Matteoli e il berlusconiano Francesco Nitto Palma. Una lista lunghissima che annovera fra gli altri dei soci “onorari” di tutto rispetto come ad esempio Bruno Vespa, l’ex ad di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, e il cardinale Tarcisio Bertone. Dall’altra parte del ring i parlamentari tifosi della Roma, club che raccoglie attorno allo stesso tavolo un fronte bipartisan che va da Massimo D’Alema (ex parlamentare ma presidente onorario del club) a Fabrizio Cicchitto, passando per Paolo Cento (presidente del Club), Maurizio Gasparri (Fi), Paola Binetti (Popolari per l’Italia), Stefano Vignaroli (Movimento 5 Stelle) Barbara Saltamartini (Ncd), Marco Miccoli (Pd) e Ignazio Abrignani (Fi). Il “caso” Juve-Roma diventa di primaria importanza nell’agenda della politica italiana e occupa il dibattito.
E’ lunedì e il Transatlantico, come al solito, è semi deserto perché la seduta è convocata per il pomeriggio. I pochi presenti, infatti, discettano della Partita, manco fossero al bar sport. “Juventus-Roma miglior giocatore in campo per la Juve è Rocchi”, cinguetta con un filo di sarcasmo l’alfaniana Saltamartini. Rincara la dose Cento che ad oggi, stando al sito ufficiale del Roma Club Montecitorio, risulta esserne ancora il presidente nonostante non sia più parlamentare: “Juventus-Roma è un fatto di civiltà che la magistratura ordinaria possa occuparsi del calcio se ci sono fatti da analizzare”. Un fatto di civiltà? “Ma certo – sbotta un commesso parlamentare alla buvette – sono dei ladri questi juventini. Onorevole – si rivolge a un peones di Forza Italia – faccia qualcosa…”. Il club prende posizione ufficiale: “Non sono bastati anni di accuse, processi e penalizzazioni: la musica è sempre, tristemente, la stessa. Con le buone o le cattive la Juve trova sempre il modo di vincere. Che si tifi Roma o no, ciò che è accaduto domenica sera allo Juventus Stadium è inaccettabile. Vergogna!”.
E la risposta è immediata. Perché il fronte bipartisan dei club montecitoriani attiva subito i motori. Raccontano a ilfattoquotidiano.it di una chat su whatsapp in cui i romanisti abbiano deciso di sollevare il caso dopo “l’arbitraggio scandaloso di ieri sera”. Così minuto dopo minuto Juventus-Roma occupa la scena e un’interrogazione parlamentare del deputato Pd e tifosissimo della Roma, Marco Miccoli, avvelena ancor più il clima. Un’interrogazione che fa in un certo senso sorridere il “compagno” di partito Francesco Boccia, che è anche il presidente dello Juventus Club di Montecitorio. Intercettato da ilfattoquotidiano.it uscendo dall’aula il lettiano avverte con vena polemica: “Auspico che i colleghi non trasformino il Parlamento in un grande bar dello sport. Oltretutto trovo surreale che l’interrogazione sia fatta da colleghi come Miccoli che non hanno mai fatto una proposta di legge. Dopodiché trovo folle questa discussione, farebbe ridere se non avessimo problemi seri da affrontare. Così facciamo scappare gli investitori stranieri”.
Non la pensa così, invece, un altro super tifoso della Roma, il senatore forzista Maurizio Gasparri. Il quale, prima di iniziare a parlare, precisa che “le interrogazioni lasciano il tempo che trovano. Io sono stato tentato di farla, ma poi ho evitato”. Tuttavia, sottolinea, che “ieri c’è stata una palese inadeguatezza da parte dell’arbitro Rocchi che ha rovinato un evento importante con decisioni sbagliate a danno dell’una e dell’altra squadra. Nel risultato algebrico è stata più danneggiata la Roma e lo scrive oggi sul Corriere anche Mario Sconcerti”. Dopo questo preambolo dal sapore doroteo l’ex An alza il tiro: “Quello che mi chiedo e voglio porre a Tavecchio è la seguente cosa: ma l’organizzazione del calcio può permettersi una gestione modesta di eventi così importanti. Stiamo parlando di un evento che fra diritti tv, merchandising e altro, vale milioni e milioni di euro”. La discussione prosegue per diversi minuti e quando ilfattoquotidiano.it gli domanda se sia il caso di occupare il dibattito politico con una partita di pallone, il senatore forzista sbotta: “Il calcio non è un problema secondario. Il calcio è un evento che ha un impatto non solo economico ma anche sociale. La cosa da rifiutare è questa demagogia del cazzo che lei fa. Lo può scrivere”. Amen.