Daniela Santanchè prosegue a passi decisi verso l’integrazione della sua Visibilia Editore con la società di comunicazione Pms, tramite cui porterà in Borsa i suoi tre periodici Ciak, VilleGiardini e Pc Professionale. Obiettivo: andare a caccia di nuova liquidità per espandere ulteriormente il business. Il cda di Pms ha già approvato la fusione con il polo editoriale della deputata berlusconiana e votato un aumento di capitale in due tranche che le permetterà di entrare nel capitale e arrivare all’85% della nuova società che avrà in pancia le tre testate.

Intanto, proseguono gli incontri in Piazza Affari con la comunità finanziaria per preparare il debutto, perché l’imprenditrice di Cuneo ha tutto l’interesse per cercare a breve risorse sul mercato. Infatti la fusione con Pms (tecnicamente un reverse take over, in altri termini quando una società entra dentro un’altra e ne assume il controllo) è stata pensata proprio perché la società di comunicazione era già quotata sul listino Aim e poteva rappresentare una strada più agevole attraverso cui portare in Borsa il polo editoriale dei tre magazine che, secondo il Piano industriale 2014-2018, dovrebbe chiudere quest’anno con circa 3,3 milioni di ricavi e un margine operativo lordo di 543mila euro per arrivare, tra cinque anni, a un fatturato di 5 milioni e un margine operativo di 593 mila euro. Il tutto però con un utile atteso di soli 16mila euro per il 2014 e uno stimato a fine piano contenuto sui 109mila euro.

Inoltre su Visibilia Editore pesano debiti verso le banche per 3,7 milioni di euro. Quali banche? Tre: la Popolare di Milano, la Popolare di Sondrio e il gruppo Credito Valtellinese. Servono quindi risorse per potenziare il business e da qui nasce la scelta della quotazione passando attraverso Pms che ha perso il suo fondatore Patrizio Maria Surace, scomparso nel 2012, e ha archiviato lo scorso esercizio in rosso per 849mila euro. Una volta completata la fusione con il polo editoriale dei tre periodici che conferirà asset per 1,8 milioni, Pms cambierà nome in Visibilia Editore e la vedova Surace Elena Rodriguez Palacios rimarrà con una quota intorno al 12 per cento.

In tutta questa operazione, l’esponente di Forza Italia ha saputo trovare pure un’alleata dagli agganci trasversali, Paola Ferrari, ex conduttrice Rai della Domenica Sportiva e sposata con Marco De Benedetti, figlio dell’editore di Repubblica e managing director in Italia del fondo di private equity Carlyle. Ferrari è entrata in Visibilia Editore, tramite la Alevi, con una quota al 33,3% mentre il restante 66,7% è saldamente nelle mani della Santanchè. In aggiunta nel cda di Visibilia Editore compare Gianni Di Giore, ad del Foglio di Giuliano Ferrara, detenuto da Paolo Berlusconi e partecipato al 21,4% dal senatore di Forza Italia e uomo di fiducia di Silvio Berlusconi Denis Verdini. Tra la speranza di nuovi fondi e l’appoggio della coppia Ferrari-De Benedetti, non a caso la Santanché ha mostrato interesse anche per l’Unità in liquidazione.

Ma perché la Pitonessa scommette sul binomio editoria e Borsa? Perché, oltre a dover rilanciare il suo polo editoriale, l’imprenditrice-politica è a capo della concessionaria Visibilia con cui i tre periodici (e nuove possibili testate da acquisire) possono sviluppare immediate sinergie. E in particolar modo perché anche la società di raccolta pubblicitaria ha i suoi problemi: ha perso progressivamente alcuni incarichi finendo per chiudere il 2013 in rosso per 537mila euro (contro la perdita 2012 di 32mila euro). I debiti verso le banche sfiorano i 15 milioni di euro, il fatturato è sceso intorno ai 13 milioni di euro dai precedenti 21 milioni e l’ebit è diventato negativo per 243mila euro (positivo l’anno prima pari a 424mila euro).

In forse c’era persino l’unico contratto importante che rimaneva, quello con il Giornale di Paolo Berlusconi diretto dal compagno della Santanché, Alessandro Sallusti. Per fortuna nei giorni scorsi Sallusti è stato confermato alla direzione direttamente da Silvio Berlusconi e anche Visibilia è riuscita a essere riconfermata come responsabile di una raccolta che vale circa 12 milioni.

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