Avevamo lasciato Twin Peaks, località da brividi partorita dal genio di David Lynch, nel 1991. E da allora le vicende di Laura Palmer, dell’agente Dale Cooper e di tutta la disturbata e disturbante fauna umana che popolava la serie è diventata uno dei fenomeni di culto più clamorosi della storia della tv.
Nel corso degli anni più volte si era parlato di un ritorno, ma le attese dei fan erano sempre state deluse. Ora, finalmente, è arrivato l’annuncio ufficiale che molti di noi attendevano da più di due decenni: nel 2016 Twin Peaks torna in tv su Showtime (il network di Homeland, Dexter e Masters of Sex).
“Cari amici di Twitter… sta succedendo di nuovo!”. È il testo di un tweet dello stesso David Lynch a scatenare l’entusiasmo dei tanti ammiratori della serie. Nove episodi, tutti diretti da Lynch, che andranno in onda nei primi mesi del 2016, proprio in occasione del venticinquennale.
Dear Twitter Friends… it is happening again. http://t.co/r0l9rhK4eB #damngoodcoffee
— David Lynch (@DAVID_LYNCH) 6 Ottobre 2014
Ma non torneremo indietro nel tempo, visto che le vicende si svolgeranno ai giorni nostri, seguendo le vicende che avevamo lasciato nella seconda stagione. Mark Frost, creatore della serie insieme a Lynch, ha raccontato a Variety che “non sarà un remake ma il capitolo successivo della storia, all’interno della quale i 25 anni passati saranno un elemento importantissimo”.
Resta da capire quali personaggi ritroveremo e soprattutto se il mito di Twin Peaks sarà davvero riuscito a sopravvivere dopo tutto questo tempo. Quando andò in onda, la serie rappresentò un momento di rottura rivoluzionaria rispetto ai canoni televisivi del tempo. Oggi la situazione è decisamente diversa. Siamo in piena età dell’oro delle serie televisive, con le star di Hollywood che sgomitano per arrivare al piccolo schermo. Ed è nell’epoca della bulimia da serialità televisiva che il genio visionario e controcorrente di Lynch ha deciso di rimettersi in gioco.
Sarà difficile replicare il successo dell’epoca: basti pensare, ad esempio, che l’episodio pilota raccolse davanti alla tv quasi 35 milioni di americani. Un successo clamoroso che nel corso delle due stagioni era andato scemando, fino ai 10 milioni del trentesimo episodio andato in onda nel 1991 (anche se il punto più basso sono i 7,4 milioni dell’episodio numero 28. Paradossalmente, però, la conclusione quasi in sordina di quello che era stato un fenomeno culturale di dimensioni globale, ha contribuito a creare il mito e la spasmodica attesa di cinque lustri che solo l’annuncio di oggi ha finalmente chiuso. Ora non resta che aspettare pazientemente un altro anno e mezzo prima di poter riascoltare le ansiogene note della sigla di testa firmata Angelo Badalamenti e rituffarci nel vortice onirico e irresistibilmente malato di Twin Peaks.