Dopo quella che coinvolge Fiat Finance and Trade, la Commissione europea ha aperto un’indagine approfondita sul regime fiscale che il Lussemburgo applica ad Amazon, il colosso statunitense del commercio elettronico guidato da Jeff Bezos. “E’ giusto che le filiali delle multinazionali paghino la loro parte di tasse e non beneficino di un trattamento preferenziale che equivarrebbe a sovvenzioni mascherate”, ha detto il commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia. L’inchiesta avviata dall’Antitrust Ue si aggiunge a quelle in corso nei confronti dell’Olanda per presunti accordi fiscali di favore con Starbucks e dell’Irlanda per quelli con Apple.
Nel mirino c’è il sistema dei ‘tax ruling’: lettere d’intenti delle autorità fiscali di un Paese che spiegano a una società come verranno calcolate le imposte che dovrà pagare, in particolare per i prezzi dei trasferimenti di beni e servizi (il cosiddetto ‘transfer pricing’) da una filiale all’altra dello stesso gruppo. Ma, si legge nel comunicato della Commissione, “il tax ruling può comportare aiuti di Stato se è utilizzato per fornire vantaggi selettivi a una specifica compagnia o gruppo di compagnie. Infatti i prezzi per le transazioni intragruppo devono essere stimati correttamente sulla base dei prezzi di mercato. Se questo non avviene, alcuni gruppi potrebbero avere la possibilità di sottostimare il loro profitto soggetto a tassazione, mentre altre società che comprano e vendono beni o servizi dal mercato invece che nell’ambito del proprio gruppo sarebbero svantaggiate”.
Il sistema che il Lussemburgo applica alla filiale Amazon Sarl è in vigore dal 2003 e secondo la Commissione “potrebbe non essere conforme” alle regole Ue consentendo ad Amazon di “pagare meno tasse”.