Il nostro ministro degli Interni, il politico del Nuovo centrodestra, Angelino Alfano, dichiara guerra a quei Comuni italiani che hanno deciso di trascrivere alla propria Anagrafe i matrimoni che i loro cittadini omosessuali hanno regolarmente contratto all’estero. Ed il tempismo di Angelino è davvero stupefacente: proprio ieri sera anche il Consiglio comunale di Milano si è pronunciato favorevolmente in materia, e così anche nel capoluogo lombardo le coppie omosessuali potranno ufficializzare la loro unione presso i locali uffici dell’anagrafe. Almeno sino al diktat odierno del ministro.
Angelino Alfano ha stabilito infatti che tutto questo è fuori legge. Milano è fuori legge; Bologna è fuori legge, come pure Napoli, Fano, Reggio Emilia, Grosseto e tutte le città che decideranno, autonomamente, di legittimare questo tipo di provvedimento. La situazione, però, ha del paradossale; e quel che stupisce di più è che un atteggiamento del genere sia tenuto da un importante esponente di questo Parlamento; un Parlamento che si sta macchiando di una grave colpa: quello di ritardare, a data da stabilire, il varo di una legge davvero esaustiva e risolutiva in materia di unioni civili.
È da anni, oramai, che in questo paese si attende una legge del genere. Ed è da mesi, purtroppo, che un disegno di legge già pronto e ben scritto – quello costruito dalla senatrice del Partito democratico, Monica Cirinnà – langue in Commissione giustizia al Senato senza sapere se e quando sarà discusso e quindi varato. Proprio questa assenza ha costretto i Comuni italiani più all’avanguardia, autonomamente, ad agire!
E sì, perché esiste una parte di cittadini che chiedono da tempo, e a gran voce, ciò che da più parti viene considerata loro e sacrosanta prerogativa: quella di poter trascrivere, e quindi ufficializzare, la loro unione omosessuale regolarmente contratta all’estero. È noioso farlo, ma bisogna ribadire che sono importanti organismi internazionali a sollecitare all’Italia un aggiornamento in materia. La Carta dei diritti fondamentali dell’uomo, approvata dal Consiglio europeo, ha stabilito che tutti i diritti concessi alle coppie eterosessuali unite in un regolare matrimonio devono essere riconosciuti a tutti gli omosessuali che costituiscano coppia di fatto. Per fare questo, però, un unione matrimoniale contratta all’estero deve essere riconosciuta, anche nel Comune di residenza della coppia che ha celebrato questo tipo di unione.
I Comuni italiani che hanno deciso di sfidare il Ministero dell’Interno, hanno voluto dare risposte ai propri cittadini proprio da questo punto di vista. A Milano, approvando una mozione congiunta di due consiglieri, rispettivamente di Sel e dei Radicali italiani, si è stabilito che una coppia omosessuale sposata all’estero ha gli stessi diritti civili di una coppia eterosessuale unita secondo il rito tradizionale. Certo, come ha chiarito la stessa Segreteria generale di Palazzo Marino durante la discussione, alcuni problemi continuano purtroppo a sussistere.
Anche se un giudice – quello di Grosseto – ha stabilito che la trascrizione è possibile e l’ufficiale dell’anagrafe non può esimersi dal farla, facendo di fatto decadere il principio di negatività per “ordine pubblico” (intendendo con questo non che a cause di sommosse possibili una trascrizione di un matrimonio omosessuale non sia possibile, ma perché è l’ordinamento amministrativo a non prevederlo), è altrettanto vero che la legge, in materia, manca in chiarezza e diverse lacune meriterebbero di essere ripianate. A questo punto sta al coraggio delle singole amministrazioni procedere. E ai primi cittadini spetta il testa a testa contro coi Prefetti. E quanto sta succedendo a Bologna è significativo da questo punto di vista, col sindaco che pare non volersi piegare affatto alle direttive di chi rappresenta il governo in città.
E in tutto questo oggi ci ritroviamo un Alfano che ha deciso di alzare i toni. In un’intervista radiofonica ha dichiarato: “Firmerò una circolare che invierò ai prefetti per chiedere la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso fatti all’estero. Queste trascrizioni fatte da alcuni sindaci non sono conformi alle leggi italiane”.
Parole davvero gravissime, che non tengono conto dei tanti cittadini che attendono la trascrizione del loro matrimonio con ansia. “Dove risultino adottate queste direttive – ha viceversa aggiunto il ministro dell’Interno – dirò ai prefetti che si dovranno rivolgere ai sindaci rivolgendo loro un invito formale al ritiro di queste disposizioni e alla cancellazione, ove effettuate, delle trascrizioni, avvertendo anche che in caso di inerzia si procederà al successivo annullamento d’ufficio degli atti che sono stati illegittimamente adottati”.
“Il punto è uno – ha concluso Alfano – a ogni evidenza le direttive che sono state date con provvedimenti dei sindaci, che prescrivono agli ufficiali di Stato civile di provvedere alla trascrizione dei matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso non sono conformi alle leggi italiane”.
Affermazioni del genere meritano una sola reazione, le dimissioni del ministro dell’Interno. Alfano, senza alcuno scrupolo, fa piazza pulita dei diritti che tante coppie gay stanno cercando disperatamente di guadagnare in questo Paese. A questo punto mi domando se non sia proprio lui il vero motore di quel blocco all’approvazione delle legge sulle unioni civili di cui parlavo sopra. Non c’è davvero altra soluzione: Alfano se ne deve andare, ne vade del progresso sociale e dell’onorabilità di questo Paese.