Ha vinto la linea del segretario pugliese Michele Emiliano, che aveva chiesto ai "traditori" di fare un passo indietro. Così è stato, in attesa dell'assemblea regionale in programma nel capoluogo ionico il 12 ottobre
Le larghe intese tra Forza Italia e il Partito democratico per amministrare la provincia di Taranto sono già finite. Almeno sulla carta. La battaglia, alla fine, l’ha vinta il segretario regionale Michele Emiliano che dal primo momento ha combattuto l’inciucio tra il berlusconiano Martino Tamburrano e i democratici Michele Pelillo, deputato, Michele Mazzarano, consigliere regionale rinviato pochi giorni fa a giudizio per finanziamento illecito ai partiti, e l’assessore regionale Donato Pentassuglia, imputato nella maxi inchiesta sull’Ilva ‘Ambiente svenduto’.
E’ stato proprio Michele Pelillo ad annunciare la resa. In un comunicato inviato alla stampa il parlamentare del Pd ha spiegato che per “rasserenare il contesto delle relazioni interne al Pd e al centrosinistra, mi faccio carico di rivolgere a Piero Bitetti e a Gianni Azzaro, un caloroso invito a rimettere le deleghe, in attesa del recepimento di un indirizzo del partito nazionale sulla questione del governo delle province e nel contempo, a mantener – comunque – la piena collaborazione istituzionale al fine di garantire la risoluzione delle situazioni più impellenti”. Ma la resa di Pelillo e Mazzarano non è incondizionata: nello stesso comunicato, infatti, il deputato tarantino ha lanciato alcune stoccate ai suoi colleghi di partito. “L’attribuzione della vicepresidenza della provincia a Gianni Azzaro e l’assegnazione delle deleghe a Piero Bitetti, – ha aggiunto Pelillo – pur in coerenza con lo spirito della legge Delrio e soprattutto con le esigenze impellenti e le gravi problematiche del territorio ionico, hanno destato polemiche strumentali che rischiano di appannare la trasparenza e la validità delle stesse scelte a vantaggio, purtroppo, di un uso demagogico da parte di chi non ha a cuore le sorti del territorio di Taranto e del Partito Democratico”.
Dal canto suo, invece, Michele Emiliano ha preferito non affondare il colpo e in una nota alla stampa ha spiegato che “queste dimissioni sono un gesto coerente con la linea del Partito democratico e di tutto il centrosinistra pugliese. Era un passaggio necessario per riprendere il dibattito interno al Partito democratico a Taranto con maggiore serenità, chiarezza e trasparenza. Ringrazio – ha concluso l’ex sindaco di Bari – i consiglieri Azzaro e Bitetti e l’on. Pelillo per avere facilitato questo percorso”. Apertura e distensione, quindi, ma forse solo nelle missive. Perché in realtà c’è già chi sussurra che la vicenda non sia affatto chiusa. Basterà la rinuncia dei tarantini a placare l’ira di Emiliano? Il segretario regionale, infatti, poco dopo la vittoria di Tamburrano aveva chiesto le dimissioni dei “traditori” e la convocazione dell’assemblea per valutare il futuro del Pd ionico. L’assise si terrà proprio nel capoluogo ionico dopo il 12 ottobre e le decisioni segneranno la fine delle ostilità e l’avvio di una nuova schermaglia che, inevitabilmente, potrebbe condizionare il risultato delle primarie per le regionali pugliesi che vede tra i candidati proprio Emiliano.