Addio Tasi, addio Imu. Il glossario degli acronimi per le tasse sulla casa potrebbe allungarsi ancora, con l’arrivo di una tassa unica comunale che potrebbe unificare i due tributi. “Non da quest’anno perché quest’anno c’è la Tasi che è una scelta del passato, ma dal 2015 ci sarà un’unica tassa, secca, chiara sulla Casa per pagare i servizi”, ha annunciato il presidente del Consiglio Matteo Renzi proprio mentre molti contribuenti sono alle prese con il pagamento della Tari (la tassa sui rifiuti) e con con i calcoli per pagare la Tasi entro il 16 ottobre. “Una stangata da 373 euro in media”, hanno calcolato Federconsumatori ed Adusbef facendo i conti alla vigilia di questo appuntamento fiscale. La cifra, invece, è contestata dall’Anci che – commentando favorevolmente l’ipotesi di una tassa unica, ma facendo attenzione ai tempi per predisporre i bilanci comunali – parla invece di 184 euro di prelievo medio sulla prima casa”.

I tecnici delle Finanze sono al lavoro per la nuova imposta unica e la novità dovrebbe arrivare con la Legge di Stabilità. Forse non subito, magari durante l’iter alle Camere. Ma certo l’impegno politico preso dal premier è forte. L’idea è quella di una drastica semplificazione, con l’introduzione di un meccanismo per cui i Comuni abbiano la possibilità di usare una sola tassa locale, di cui è responsabile il sindaco. “Una sola tassa – ha detto Renzi – non 47 mascherate”. Il progetto comunque non è ancora definito nei dettagli e gli ostacoli non mancano. Il primo riguarda la Tari, che si paga per il servizio sui rifiuti e che è una tariffa più che una tassa. Difficile unificarla, perchè tra l’altro la normativa europea ne fissa i contorni. La nuova tassa passerebbe attraverso l’unificazione di Tasi e Imu, che hanno la stessa base imponibile. Ma – spiega chi lavora al dossier – sarà difficile pensare a una drastica semplificazione. Rimarranno i diversi trattamenti tra prima e seconda casa. Poi ci sono le varie tipologie di immobili e il “nodo” della tassazione degli inquilini che da quest’anno sono chiamati a pagare una quota della Tasi. Insomma un ginepraio difficile da disboscare.

Al Tesoro, comunque, un progetto organico già c’è. L’ha elaborato il sottosegretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti e già da qualche tempo è stato consegnato al ministro, all’associazione dei Comuni (Anci) e anche ai tecnici del Tesoro. Unifica Tasi e Imu, semplificando la normativa e le scadenze. Non modifica, invece, al momento le detrazioni che sono attribuite alle singole scelte che fanno i Comuni. Ma Zanetti è favorevole al ritorno di detrazioni, fissate a livello nazionale, per alleggerire il peso dell’imposta sulle famiglie: 200 euro, più 50 euro per figlio, con un tetto di 400 euro. L’idea di una tassa unica viene comunque salutata favorevolmente dall’Anci e da Confedilizia, la confederazione dei proprietari. “E’ benvenuta – afferma l’Anci – ovviamente a condizione che si assicuri un sistema semplice, sostenibile e duraturo per la generalità dei Comuni, e che non si comprometta ancora una volta la possibilità di approvare i bilanci in tempo utile per gestire gli Enti”. “Viene incontro alle nostre esigenze più volte rappresentante – dice il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani – ma occorre un’operazione fiducia imperniata su una diminuzione delle attuali, smodate rendite catastali”. E’ un tema sul quale sono d’accordo anche i Consumatori. La media di versamento ad ottobre per Tasi e Tari – ha calcolato Federconsumatori – sarà di circa 373 euro, ma nei capoluoghi si arriverà ad una media di 589 euro (180 di Tari e 409 di Tasi).

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