Che in casa Milan ci fosse un allarme portiere già dall’anno scorso è un dato di fatto. Inzaghi, ancora alla ricerca di un modulo che dia garanzie dal punto di vista di gioco, ha già sperimentato in questo inizio di stagione 2 del suo tris di portieri, tutti apparentemente papabili per una maglia da titolare.
In estate sono arrivati, in ordine cronologico, prima Michael Agazzi, svincolatosi nel maggio 2014 dal Cagliari (anche lui colpito dalla “Sindrome di Marchetti”) dopo il prestito al Chievo Verona e ad un’età ideale (30 anni) per affermarsi in una grande squadra; poi il galiziano Diego Lopez dopo l’esaltante stagione della “decima” nel Real Madrid. Infine, come terza opzione, Inzaghi può fare affidamento al veterano Christian Abbiati, o quasi. Di fatto, fino a questo momento, nessun dei tre ha convinto più di tanto il popolo milanista e forse neanche il tecnico piacentino ha una preferenza su chi affidare il delicato compito di saracinesca rossonera.
Qualità importanti quelle di Gianluigi. Alto oltre il metro e novanta, muove i suoi primi passi nel mondo del calcio nel Club Napoli Castellammare, società con un passato glorioso in fatto di talenti, soprattutto nel ruolo di portiere: Antonio Mirante, Gennaro Iezzo e il fratello Antonio sono prodotti del vivaio di Castellammare.
Formato calcisticamente grazie al supporto tecnico dell’esperto preparatore Ernesto Ferrara, nell’estate del 2013 viene strappato alla concorrenza di mezza serie A dal Milan e proprio in prossimità del suo passaggio all’Inter.
Non dobbiamo dimenticare che il ragazzo ha appena 15 anni e guidare una difesa con giocatori più grandi di lui di 3-4 anni è sintomo di maturità, oltre all’evidente e precoce sviluppo fisico.
Se gli verrà data la possibilità, domenica prossima giocherà il derby d’andata contro avversari più impegnativi (con rispetto parlando) di Brescia e Pescara, con la possibilità di dimostrare il proprio valore contro il fortissimo tandem d’attacco nerazzurro composto da Bonazzoli e Puscas. Dovesse andar male o se Brocchi opterà per un’altra scelta (comprensibile) c’è tutto il tempo per recuperare, acquisire esperienza, migliorare e dimostrare le proprie qualità, anche perché, in fondo, il Dna non mente.