La rubrica di notizie ai margini della realtà.....o quasi. In questa puntata: hockey su ghiaccio, in California si gioca all'aperto; difetto di accensione, GM paga un megarisarcimento alle vittime; Yik Yak, la app razzista vietata nei college Usa
Se siete esperti di pugilato, conoscerete sicuramente Floyd Mayweather, campione del mondo ed ancora dominatore della categoria dei superwelter, nonostante i suoi 37 anni di età. Di questi tempi, pero’, Mayweather fa più notizia fuori dal ring che con i guantoni addosso. Dopo essersi reso protagonista di una accesa discussione con una donna, rea di non averlo riconosciuto in un barber shop di Londra, di ritorno in America il pugile, amante delle scommesse, ha incassato una vincita da record. Basandosi, dice lui, solo sulla fiducia riposta in Andrew Luck (cognome che tradotto significa fortuna) il quarteback della squadra di football di Indianapolis, il buon Floyd ha scommesso 700.000 dollari sulla vittoria degli stessi Colts contro i derelitti Jaguars, portandone a casa più del doppio. Lo scontrino della vincita è visibile sul suo account twitter, che conta oltre 4 milioni di follower. “Adesso – ha dichiarato – quella tizia di Londra ha un motivo in più per capire chi sono”.
David Lynch si dà al salto dello squalo
Per un telefilm fare il “salto dello squalo” (Jump the shark, in inglese) è purtroppo molto facile. La definizione, che sottolinea quando una serie arriva troppo in là, proponendo trame impossibili, è tratta da una puntata di “Happy days” durante la quale “Fonzie” facendo sci d’acqua, saltava un gigantesco squalo poco lontano dalla riva della spiaggia di Los Angeles. Per critici e pubblico il “jump the shark” è una specie di verdetto che quasi sempre coincide con il declino, magari lento, ma sempre tale, di una produzione. Così, quando il regista David Lynch ha annunciato per il 2016 il ritorno di “Twin Peaks”, la rete ha iniziato il suo tam tam, ricordando a tutti che quel telefilm, già alla terza puntata della prima serie, aveva raggiunto il confine dell’assurdo, poi ampiamente superato con salti multipli di pescecani giganti.
Hockey su ghiaccio, in California si gioca all’aperto
Una partita di hockey su ghiaccio in California, giocata all’aperto, davanti a 70.000 persone? La si può organizzare e giocare, nonostante le previsioni meteo dicano che dalle parti di Santa Clara, una ottantina di chilometri da San Francisco, la temperatura media nei mesi invernali sia attorno ai 20 gradi centigradi con punte di 25. Non preoccupandosi per nulla delle previsioni del tempo, (d’altra parte, l’hanno scorso una partita simile si era disputata, sempre all’aperto, a Los Angeles….) la NHL (la lega pro di hockey) ha così deciso di organizzare il suo annuale mega evento outdoor, nel nuovo stadio dei San Francisco 49ers (football americano) che porta il nome degli storici jeans Levi’s. Lì il prossimo 21 febbraio giocheranno i Kings di Los Angeles contro gli Sharks di St.Jose, due squadre che, andando davvero controcorrente per la loro collocazione geografica, hanno dominato l’hockey su ghiaccio negli ultimi anni.
La General Motors (presente in Europa con i marchi Chevrolet ed Opel) ha accettato di pagare un mega risarcimento alle vittime del cosidetto “difetto d’accensione” di alcuni suoi modelli messi in commercio tra il 2003 ed il 2007, che nel corso degli anni avrebbe causato migliaia di incidenti con parecchie vittime e feriti. Nell’ultimo periodo la GM aveva richiamato in officina più di 2 milioni di auto con il blocco chiave difettoso che, se urtato, poteva far spegnere il motore durante la guida disabilitando tra gli altri servosterzo e servofreno. Ad oggi le vittime accertate sono 24, mentre le domande di risarcimento per danni alle persone sono in aumento costante man mano che, con il diffondersi delle notizie, la gente viene a conoscenza dei fatti.
Yik Yak, app razzista vietata nei college Usa
Chi può avere paura di una app? La domanda sembra all’apparenza sciocca, ma ci sono delle applicazioni per tablet e smart phones che per come sono concepite possono impensierire autorità e singoli cittadini. E’ il caso di “Yik Yak”, la nuova app che sta spopolando nei campus delle università di mezza America. Basata sulla totale anonimità di chi posta dei contenuti su cose e persone nel raggio di 15 chilometri da dove ci si trova,”Yik Yak” permette di mettere in rete qualsiasi cosa su chiunque, senza poi doverne rendere conto. Ovviamente le delazioni sono all’ordine del giorno, così come tradimenti ed outing forzati. Con queste basi omofobia e razzismo spopolano nella app che per questo è stata già vietata da un buon numero di college.
Go pro, la beneficienza non piace ai mercati
Se vi piace la tecnologia conoscerete sicuramente le “Go pro” le micro telecamere in grado di registare in hd qualsiasi aspetto e momento della vostra vita. L’azienda Go pro, quotata in borsa a New York, ha ottenuto negli ultimi mesi delle ottime performance finanziarie,che hanno fatto felici i suoi piccoli e grandi azionisti. Questo pero’ sino a lunedì,quando le sue azioni sono crollate del 7 per cento. Il motivo? I fratelli Woodman, soci fondatori della compagnia, avevano dato in beneficenza 5,8 milioni di azioni (per un valore complessivo di 500 milioni di dollari), mossa che non è piaciuta al mercato, davvero insensibile sotto ogni aspetto, compreso quello della charity.
Pianta simile alla marijuana, le teste di cuoio gli piombano in casa
Dwayne Perry, un residente di Cartersville, piccola cittadina della Georgia, l’altra mattina ha avuto una sveglia decisamente particolare. Dopo aver sentito il rumore della pale di un elicottero decisamente troppo vicino al tetto della sua villetta, il signor Perry si è ritrovato circondato in pochi secondi dalle teste di cuoio dell’anti droga dello Stato, calatesi con delle corde nel suo cortile dall’elicottero stesso, oltre che da poliziotti con al guinzaglio un paio di cani del K9. In pochi secondi, gli stessi lo hanno immobilizzato e trascinato in giardino dove, urlandogli in faccia, gli hanno chiesto che cosa ci volesse fare con le centinaia di piante di marjuana che circondavano la casa intera. Ripresosi dalla paura iniziale, il signor Perry ha prima tentato di spiegare con le parole, poi con il suo tablet, che quelle che gli agenti dell’antidroga pensavano fosse marjuana, altro non era che Okra, una pianta molto utilizzata nella cucina cajun del sud degli Stati Uniti ma anche in quella greca. Convinti dai fatti, ma anche dai cani che non annusavano proprio nulla di illegale, i poliziotti se ne sono andati chiedendo scusa all’ancora spaventato signor Perry.