Pochi giorni fa l'associazione Caponnetto aveva lanciato l'allarme, oggi confermato da un'operazione della Guardia di finanza della città laziale. Tra i beni messi sotto sigillo a un imprenditore di Villa Literno, un immobile da 600mila euro acquistato qualche anno fa e affittato a un centro sanitario
Appartamenti a Trastevere, un immobile commerciale da 600mila euro a Formia, in provincia di Latina e più di una decina di società, tutte attive nel campo petrolifero e immobiliare. Il tesoro sequestrato dalla Guardia di Finanza di Latina – comandata dal colonnello Giovanni Reccia – all’imprenditore di Villa Literno Michele Patrizio Sagliocchi mostra, ancora una volta, la capacità di espansione imprenditoriale e degli investimenti provenienti dal clan dei casalesi. Se il centro continua a rimanere saldamente radicato nella provincia di Caserta, le ramificazioni verso il Lazio appaiono sempre più salde. Una via utilizzata per ripulire i capitali, secondo gli investigatori, inondando i circuiti economici con milioni di euro.
Nell’ultima operazione della Guardia di finanza – condotta su delega della direzione distrettuale antimafia di Napoli, per un’inchiesta coordinata dall’aggiunto Giuseppe Borrelli e dal pm Giovanni Conzo – appare anche la conferma di una denuncia partita alcuni giorni fa dall’associazione Caponnetto: i clan campani stanno puntando all’acquisizione di aziende e immobili investendo nelle aste giudiziarie, approfittando dei tanti fallimenti nella zona del sud pontino. Tra gli immobili sequestrati a Sagliocchi – ritenuto un imprenditore vicino al gruppo Bidognetti – c’è anche un immobile di Formia comprato qualche anno fa proprio in un’asta e oggi affittato ad un centro sanitario. L’associazione antimafia a fine settembre aveva segnalato alle forze dell’ordine la presenza di “possibili mani della camorra su alcune aziende dell’agro pontino cadute in gravi difficoltà economiche e perciò costrette a rivolgersi al sistema creditizio di banche o privati”. Operazioni che per la Caponnetto sarebbero condotte da “professionisti insospettabili che opererebbero in rete tra di essi nell’area bancaria e del recupero crediti e che svolgerebbero un’azione che tenderebbe a sottrarre ai proprietari le aziende in crisi”.
Dall’indagine condotta dalla Finanza appare ora un primo riscontro, con il sequestro di un bene in un fallimento: “Da diversi mesi stavamo lavorando sul patrimonio di questo imprenditore – commentano fonti investigative – analizzando con cura l’acquisto dell’immobile di Formia in un’asta giudiziaria”. Il sequestro – firmato dal collegio per l’applicazione delle Misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – ha riguardato undici società operanti tra Napoli e Caserta: la Ctp Petroli, la Ctp Immobiliare, l’ Immobiliare San Carlo di Caserta, la V. & G. Energy, la Full Petrol, la Auto Petrol, la Posillipo Petroli, la Marinara, la SA. MI. Trasporti e la Blue Energy. L’attività principale era nel settore del commercio all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti petroliferi, la gestione di un deposito di carburanti e di tre impianti di distribuzione stradale. E’ stata infine sequestrata una società con sede a Malta, che si occupava di locazione di immobili. Complessivamente il patrimonio sottratto all’imprenditore campano ammonta a quaranta milioni di euro.