Il procuratore di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo senza indagati e senza ipotesi di reato. Gli accertamenti dei carabinieri rivelano l'esistenza di una mail che il primo cittadino avrebbe spedito all'agenzia pubblicitaria con la sua foto e le indicazioni per lo slogan da utilizzare
Il dubbio era nato già durante il raduno di solidarietà, quella manifestazione a favore del sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, finito nella bufera per le dichiarazione sul boss Francesco Grande Aracri. A precise domande dei giornalisti, infatti, nessuno tra i presenti aveva voluto rivelare il nome del finanziatore del camion vela parcheggiato in piazza, alimentando così il mistero. Ora però, a una settimana di distanza, sul caso vuole vederci chiaro anche la magistratura. Come riportato dalla stampa locale, infatti, la Procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo, per il momento senza indagati e senza ipotesi di reato. Mentre gli accertamenti dei carabinieri del comando di Reggio Emilia rivelano l’esistenza di una mail di Coffrini, spedita all’azienda pubblicitaria Pool 94, con le indicazioni tipografiche per la stampa della foto e dello slogan, destinati proprio al furgoncino usato nell’iniziativa.
Ed è quest’ultimo elemento che ha sollevato dei dubbi sul grado di coinvolgimento di Coffrini, nell’organizzazione dell’evento in suo sostegno. Lui però nega qualsiasi tipo di partecipazione diretta. “Mi hanno chiesto una foto e l’ho mandata, usando la mia mail personale e mai quella del Comune” si giustifica Coffrini, interpellato al telefono dal fattoquotidiano.it. “E ovviamente ho anche preteso un controllo sullo slogan, per evitare che venissero usate frasi polemiche. Ma non ho messo un euro. Nessuno può dire che ho esortato qualcuno a fare una manifestazione in mio favore, perché non l’ho fatto”. Intanto il sindaco, che non è indagato, fa sapere di aver già nominato un legale di fiducia. “Spero che dagli atti emergano come sono andate veramente le cose. E spero che la procura, che gode della mia massima fiducia, voglia sentire anche me, io sono disponibile a spiegare tutto”.
Coffrini comunque si dice tranquillo. Anche se, negli ultimi giorni, sul camion vela con la sua gigantografia accanto allo slogan “Brescello contro tutte le mafie”, si è scatenato un balletto di dichiarazioni e smentite, che ha avuto l’effetto di aumentare i sospetti. All’inizio il furgoncino sembrava opera della Pro Loco, alla quale la ditta avrebbe dovuto emettere fattura. Ma poi è stata la stessa azienda di promozione turistica a tirarsi indietro, assicurando la propria estraneità all’iniziativa. Solo successivamente è venuto allo scoperto il cosiddetto “comitato dei nove”, ossia nove cittadini di Brescello, guidati dall’imprenditore Ettore Cagna, e tutti iscritti alla Pro Loco. Il gruppo, che sarà ascoltato nei prossimi giorni, avrebbe fatto una colletta, raccogliendo i 270 euro necessari per le spese e per il noleggio del camion. Ma la ricevuta ancora non c’è.
Un’insieme di incongruenze e passaggi poco limpidi che hanno fatto muovere gli inquirenti. La vicenda del camion vela è stata riassunta in un’informativa dei Carabinieri, finita nell’ufficio del procuratore capo Giorgio Grandinetti, il quale ha confermato l’ apertura di un fascicolo, affidato al sostituto procuratore Stefania Pigozzi. E ha sottolineato che per ora non ci sono indagati, né ipotesi di reato. Le indagini hanno l’obiettivo di far luce sul cointeressamento del sindaco Coffrini nel pagamento del camion vela, ma per il momento non ci sono fatti di rilievo penale. Sul caso saranno comunque i magistrati ad avere l’ultima parola.