Società

Renzi: sono quasi come lui

Matteo Renzi è un politico italiano. È di Firenze. Io Firenze la amo quasi quanto Parigi. Dentro il mercato centrale di Firenze, con due soldi, mangi un panino col bollito che è la fine del mondo. È diventato capo del governo a 38 anni: praticamente, quasi la mia età. Ma le similitudini non finiscono qui.

Matteo Renzi indossa, nelle grandi occasioni, un giubbino di pelle. Matteo Renzi da bambino è cresciuto guardando L’uomo tigre e Bim Bum Bam e Discoring. Matteo Renzi è entrato nell’era digitale giocando col Commodore 64 e 128. Matteo Renzi gira sempre in camicia bianca.

Matteo Renzi partecipò alla Ruota della Fortuna, e vinse un mucchio di soldi, 48 milioni di lire. Io certo che la guardavo, La Ruota della Fortuna, e Il gioco delle coppie,e il Festivalbar, e Drive In, che doveva piacere un sacco pure a Matteo. Ma il massimo che ho vinto in vita mia è stato una volta alla Snai, 285 euro, puntando sulla remota possibilità che il Pescara di Cristiano Bergodi da Bracciano vincesse a Firenze proprio contro i Viola di Matteo.

Matteo è sposato, ha tre figli e ha fatto il liceo classico. Io non sono sposato, non ho figli e ho fatto lo scientifico. Matteo ha diretto l’edificante rivista Camminiamo insieme, firmandosi Zac. Io dirigo la webzine glamour-punk Ozio Magazine, a volte firmandomi Beck.

Matteo Renzi ha rottamato i vecchi dirigenti del Pd. Io vorrei tanto rottamare la mia macchina di seconda mano, che consuma pure un occhio della testa, per comprarne una nuova, magari a energia pulita come piacciono a lui, ha affermato in una delle sue 75000 dichiarazioni nell’ultimo biennio. Ma per far questo mi servirebbero robusti incentivi a fondo perduto di Stato. O’ Matteo, mica potresti chiedere al tuo amico Marchionne, che di queste cose se ne intende?

Matteo ha una testa piena di parole da espellere e di capelli. Io ho pochi capelli e una testa ricolma di parole non dette, ma in ogni caso stravinco io, per maggiore concentrazione di pensieri generici e post-politici a capello quadro.

Matteo ha messo ottanta euro netti in più e adesso pensa all’anticipo del Tfr, in busta paga. Io una busta paga vera e propria non l’ho mai avuta, e come me in milioni di precari e sotto-precari, te lo ricordi, nevvero, giovane compagno Don Matteo?

Matteo Renzi è stato un grande boy-scout. Pure io da ragazzino sono stato “lupetto” per qualche mese. Me ne andai subito: mi pareva che non prevalesse il senso dell’altruismo, della sensibilità, della bontà condivisa, ma la legge del più carismatico, del più demagogico, del più moderno.