L’occhio dei cittadini sulla spending review è Siope (Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici) che ha aperto le sue pagine alla consultazione di tutti gli utenti. Partito nel 2006, il progetto gestito da Bankitalia per conto della Ragioneria generale dello Stato, permette di controllare entrate e uscite di Comuni, province e regioni, università, strutture sanitarie e altri enti.
E’ possibile avere un prospetto con entrate uscite quotidiane della gestione sanitaria della Regione Lombardia, le voci di spesa di una camera di commercio, mettere a confronto differenti realtà. “Un modo per monitorare la spesa e le entrate del sistema – lo definisce Vittorio Alvino, presidente di Openpolis l’associazione che si occupa di progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche – che arriva in un momento strategico” con la spending review che fa parte del dibattito quotidiano della politica.
Gli occhi di Siope però non sono completamente aperti. Se il governo, con una decisione squisitamente politica, ha dato l’ok per aprire il sito alla libera consultazione, non ha ancora provveduto a immettere nel sistema la parte più importante dei dati, quelli relativi alle amministrazione centrali ancora poco presenti con i dettagli dei singoli ministeri e della previdenza. Il governo Renzi, che fa della trasparenza una bandiera, l’ha però fino a oggi praticata a metà rendendo pubblici i conti degli altri. E non si tratta di un problema tecnico. Come osserva Alvino, i dati sono già pronti anche con grandi elementi di dettaglio.
Anche in questo caso la decisione è politica e per questo è difficile indicare dei tempi. Fino a oggi possiamo sapere che l’Università degli Studi di Milano ha speso circa tre milioni di euro per la pulizia, 400mila di spese postali o che la regione Lombardia ha destinato 259mila euro per la pubblicazione di riviste e tre milioni di rimborsi spese per il personale, ma ci manca la visione delle spese dello Stato.
Un’occasione imperdibile per il governo per marciare deciso sulla strada della trasparenza che non può fermarsi alla sola pubblicazione dei dati. Secondo il presidente di Openpolis questo è solamente il primo passo. “Occore facilitare la consultazione di questi dati” seguendo magari la strada già tracciata dalla sua associazione con openbilanci.it, il sito che mette a disposizione i bilanci dei Comuni italiani degli ultimi dieci anni. Grafici e possibilità di confronto devono arricchire Siope per farlo diventare uno strumento utile e di facile consultazione. Ma prima ci vogliono i numeri dello Stato.