La testimonianza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al processo per la trattativa Stato-Mafia non manca di stupirci e di aprire scenari surreali. Nel processo penale gli imputati hanno il diritto di partecipare alle singole udienze. E nel caso specifico, dopo l’ammissione del teste Giorgio Napolitano, gli imputati non possono essere estromessi dal partecipare anche all’udienza a domicilio prevista per il Presidente della Repubblica. E il domicilio del Presidente Napolitano, come si sa, è il Colle.
Di questo avviso è la stessa Procura di Palermo, la quale ha dato parere favorevole alle richieste esplicite di partecipazione all’udienza dei Boss mafiosi Totò Riina e Leoluca Bagarella. A questa richiesta si è aggiunta di seguito anche l’istanza di partecipazione dell’ex ministro Nicola Mancino.
Insomma l’udienza per l’escussione del testimone Giorgio Napolitano rischia di non essere del tutto “privata”, così come in un primo momento pareva essere ipotizzata. Sulle istanze dei boss mafiosi e dell’ex ministro Mancino decideranno i giudici della Corte D’Assise di Palermo domani mattina.
Di certo la Procura, con il suo parere favorevole, ha posto un serio problema. Infatti, se le istanze venissero respinte gli imputati potrebbero sollevare eccezioni processuali che potrebbero compromettere la legittimità e regolarità del processo in corso. Quindi una valutazione che la Corte dovrà fare con le dovute attenzioni del caso.
E’ evidente che dietro le istanze dei boss mafiosi e dell’ex ministro Mancino ci siano in gioco diversi scenari. Di certo immaginare i boss mafiosi partecipare ad un’udienza penale, probabilmente in teleconferenza, tenuta al Colle ci rappresenta plasticamente gli intrecci perversi tra Stato e Mafia. E francamente non capisco le assurde prese di posizione di alcuni parlamentari, tra cui alcuni del mio partito.
Cosa si può criticare alla Procura di Palermo? Di aver dato parere favorevole alla partecipazione degli imputati così come prevede il codice di procedura penale? O forse dovrebbero mettere a rischio un intero processo perché non si vuole che gli imputati partecipino ad una udienza? Quando si vuole fare chiarezza veramente, nulla si deve temere.
E allora che problema c’è se l’udienza ove testimonierà Napolitano vedrà la partecipazione degli imputati? Il Presidente della Repubblica potrà sempre evitare l’imbarazzo per l’eventuale sacrilegio del Colle e farsi sentire direttamente davanti al Tribunale competente. Questi esasperati formalismi e preoccupazioni di lesa maestà sarebbe ora che venissero messi da parte.
Siamo davanti ad un processo storico e a dei fatti che gridano giustizia e verità da troppo tempo. Non sono più misteri e non possono più essere tenuti nascosti da ridicole posizioni politiche. La cosa più bella e più salutare per una Nazione, da anni sbigottita e confusa da certe inquietanti notizie e intrecci politico-mafiosi, sarebbe stata una tranquilla testimonianza pubblica. Una testimonianza aperta e capace di evitare qualsiasi dietrologia e preoccupazione.
Non c’è cosa migliore di avere un Presidente della Repubblica che dall’alto del suo prestigio Istituzionale eviti qualsiasi imbarazzo e mistero e faccia un bel gesto di apertura. Una semplice e libera testimonianza che contribuisca a risolvere e condannare chi in questi anni ha solo ucciso dal di dentro il nostro Stato.