I due senatori espulsi dal Movimento 5 stelle dichiarano il loro sostegno per l'Altra Emilia Romagna: "Programma simile a quello grillino. Solo che noi eravamo partiti dal principio della democrazia diretta"
Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino, i due senatori siciliani eletti nel 21013 tra le fila del Movimento 5 Stelle e poi sfiduciati dalla base grillina, appoggiano ufficialmente la lista L’Altra Emilia Romagna/L’Altra Europa con Tsipras che, alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna del prossimo 23 novembre, candida alla presidenza l’insegnante parmigiana Cristina Quintavalla. “Mi sono proposto come soldato per questa battaglia, anche se non tutto il gruppo misto parlamentare (Orellana, Battista, Bencini, Casaletto, De Pin, ndr) ha scelto come noi di appoggiare la lista regionale nata dall’esperienza della lista Tsipras alle Europee”, spiega Campanella a Bologna con i candidati de L’Altra Emilia Romagna per discutere del maxi-emendamento sull’articolo 18, “il nostro è comunque un modo per fare sponda parlamentare a questa importante forza politica che è una bella parte del paese e che ha bisogno di essere rappresentata”.
L’addio traumatico ai 5 Stelle di Campanella finisce dopo un anno e mezzo con un approdo a sinistra: “Non si vuole più parlare di sinistra, o di concetti come il socialismo, ma l’analisi di Marx, superata sicuramente nel suo complesso, ha ancora molti spunti interessanti da contestualizzare all’oggi”. Nessuna nostalgia per l’avventura con Grillo che l’ha portato in Senato: “Il programma de L’Altra Emilia Romagna e L’Altra Europa per Tsipras è preciso a quello dei 5 Stelle, solo che eravamo partiti dal principio della democrazia diretta – spiega quello che è stato anche tra i primi fondatori del Meet-Up in Sicilia – e siamo finiti alla democrazia eterodiretta, dimenticando la realizzazione del programma nelle modalità e nei contenuti”.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la maratona in Senato per la votazione del Jobs act: “Quello che è successo ha fatto soffrire tanti, soprattutto i lavoratori italiani. Il Pd ha distrutto lo statuto dei lavoratori e Renzi è riuscito a fare in pochi mesi quello che Berlusconi non era riuscito in anni. Ora so che all’interno del Pd, sia nell’area civatiana che bersaniana ci sono grossi motivi di dissenso verso Renzi e molto interesse a creare qualcosa di partiticamente nuovo nell’area progressista. Il senatore Walter Tocci che si è appena dimesso dal Pd spero sia della partita. La stessa cosa accade nel partito pigliatutto di Grillo dove i segnali di riduzione dei consensi e delle adesioni è in calo”.
Altra dimensione è quella delle elezioni regionali del post Errani: “Il lavoro sporco di Renzi per conto della troika è fatto, e soprattutto al primo giudice che cercherà di applicare le scelte del governo potrà essere avanzato il principio di anticostituzionalità”, spiega Piergiorgio Alleva, capolista de L’Altra Emilia-Romagna alle prossime regionali, “attendiamo la manifestazione del 25 ottobre per vedere che farà la Cgil, composta nella nostra regione solo da quadri del Pd. Questo partito è un tronco svuotato, ora la lotta contro Renzi deve trovare una nuova formazione politica”.