Ma facciamo un passo indietro, che estate hollywoodiana è stata quella appena finita? Ottima a giudicare dal mese di agosto, che grazie alle performance del marveliano ‘Guardiani della Galassia‘ (275 milioni, risultato che ad agosto non accadeva dal 1999, con i 294 milioni del Sesto senso) e Tartarughe Ninja ha segnato un +10% sul 2013, con un box office di 1,02 miliardi di dollari. Ma è stato un agosto atipico, perché tradizionalmente è il mese più debole dell’estate, ovvero truffaldino: ha messo dietro sia maggio che luglio, superato da giugno di una spanna.
Vediamo nel dettaglio. Maggio è stato il peggiore dal 2010, grazie alla mancata tenitura di due sequel fumettari, The Amazing Spider-Man 2 e X–Men: Giorni di un futuro passato, e del monster movie Godzilla: tutti e tre hanno esordito con un fine settimana da oltre 90 milioni di dollari, ma al secondo weekend hanno perso il 60% degli incassi. Vale a dire, il passaparola è stato fatale: della serie, che palle i cinefumetti o giù di lì. Eppure, a fine maggio il box office del 2014 segnava un + 3% sul 2013, con 4,18 miliardi di dollari. Non sarebbe durato: spinto dai sorprendenti 153 milioni incassati da Maleficent (uscito a maggio), giugno ha totalizzato 1,04 miliardi, risultato standard per il secondo mese estivo, ma lontanissimo dai 1,25 miliardi del giugno record 2013. Morale? – 16%, e box office 2014 a meno 1,4% sul 2013.
Ma il peggio doveva ancora venire: luglio è stato l’inverno del loro scontento, per distributori ed esercenti americani, con 966 milioni messi in cascina a fatica, un drastico meno 30% rispetto a luglio 2013 e addirittura 12 anni per trovare un mese analogo sotto il milione (2002). In una parola, disastro. Se la situazione da qui al 31 dicembre non dovesse conoscere ulteriori rovesci, l’anno si concluderà con un meno 4/5% sul 2013: flessione più devastante di quanto dicano i numeri. Solo Guardiani della Galassia ha superato i 300 milioni di dollari tra i titoli dell’estate e le giustificazioni della débâcle, dallo spostamento di Fast and Furious 7 ad aprile 2015 a Captain America: The Winter Soldier uscito (troppo) presto ad aprile, fioccano. Ma non coprono il vero problema: la voglia di cinema negli Usa è intatta, ma la domanda non ha incontrato un’offerta adeguata. In breve, i film dell’estate non hanno attratto, la gente ha preferito rimanere a casa, che non vuol dire non abbia consumato audiovisivo: pirateria, pay-tv e pay-per-view e, soprattutto, Netflix, le possibilità non mancano, la sfida alla sala è più che iniziata.
E proprio Netflix è il più serio candidato alla vittoria: dopo fuori-serie come House of Cards e un’espansione costante verso nuovi territori (a quando in Italia?), produrrà pure film – quattro con Adam Sandler (sic) – lanciando un altro guanto agli Studios. Lunga vita allo streaming, dunque, mentre l’Hollywood tradizionale – ringalluzzita nell’ultimo weekend con i 38 milioni di Gone Girl di David Fincher e i 37,2 dell’horror Annabelle – deve solo ringraziare i mercati di Cina (+ 32% per i film Usa), Brasile (+ 17%) e Francia (+ 11%) se l’estate non s’è archiviata in profondo rosso: Oltreoceano c’è la salvezza o, almeno, una pezza.
Ma c’è chi sta peggio, per esempio noi. Gli ultimi tre weekend in sala hanno registrato sugli analoghi del 2013 (anno di per sé non entusiasmante) flessioni considerevoli: meno 14%, meno 23% e, quello appena concluso, meno 24%, con i film italiani in evidenza negativa. Tra i primi 30 in classifica (dati Cinetel) solo sei titoli hanno superato il milione di euro, e appena uno è nostrano: l’animazione Winx Club – Il mistero degli abissi…
Ma nel nostro caso è davvero un problema di mancata offerta, ovvero di programmazione scadente? Se Anime nere di Munzi fa 105 mila spettatori in tre settimane, se La trattativa di Sabina Guzzanti esordisce con 28 mila, forse il problema non è solo sullo schermo, ma nell’occhio di chi non guarda. A prescindere.
Il Fatto Quotidiano, 9 Ottobre 2014