Esercizi di stile, manifesti programmatici, vetrine tecnologiche, anticipazioni di modelli reali: le concept car possono assumere tanti ruoli diversi per una casa automobilistica. Quello che le accomuna, di solito, è il fascino dell’estremo, perché essendo slegate dai vincoli industriali, sono molto più “pazze” delle auto che poi arrivano davvero in produzione. Girando per i padiglioni del Salone di Parigi ne abbiamo individuate dieci che hanno qualcosa da dire sul mondo delle auto di domani.

Audi TT Sportback. La gamma dell’Audi, così come quella degli altri costruttori tedeschi, continua a proliferare. E presto anche la TT potrebbe aggiungere, alla coupé e alla roadster, una versione a cinque porte. L’anticipa a Parigi una concept car molto vicina alla produzione: basta aggiungere mentalmente le maniglie e cambiare i cerchi con altri di dimensioni “normali” per immaginarla su strada. Dentro, quattro posti separati; sotto il cofano, un 2.0 TFSI da 400 CV.

Divine DS. È il “manifesto stilistico” del neonato marchio DS, che dal 1° giugno 2014 si è emancipato dalla Citroën. Secondo la Casa, la Divine non anticipa un modello particolare. Piuttosto, è un concentrato dei valori del marchio: eccentrica, sportiva e personalizzabile. Sorprendente la cura del dettaglio e la preziosità dei materiali e delle lavorazioni, soprattutto all’interno, dove si sprecano pelle, raso, perle, cristalli e ricami vari.

Honda Jazz Prototype. La nuova Jazz sarà in vendita la prossima estate: intanto, al Salone di Parigi, la Honda mette in mostra questo “prototipo”. Che se non è proprio fra i più belli del Salone, sicuramente è interessante perché mostra che, nonostante lo scarso successo delle MPV di segmento B, la casa giapponese sta accentuando sempre più la forma monovolume del suo modello più piccolo.

Infiniti Q80 Inspiration. Il nome – ispirazione – mette subito in chiaro che questa concept è soprattutto una show car. Ma sotto le forme sinuose della Q80 si nascondo i presupposti stilistici per sfidare i marchi tedeschi con una grande berlina sportiva. Il sistema ibrido diesel plug-in pensato per spingere la concept car eroga 550 CV. Il marchio di lusso della Nissan punta a più che raddoppiare il suo portafoglio prodotti nei prossimi cinque anni.

Lamborghini Asterion. È la prima plug-in ibrida della Lamborghini, ma la presenza della spina non deve ingannare: si tratta sempre di un bolide. Un V10 affiancato da tre motori elettrici, per una potenza complessiva di 910 CV, quattro ruote motrici, scatto “0-100” in meno di 3 secondi e, pare, 50 km di autonomia elettrica. Ma il numero più significativo è un altro, 98 g/km di CO2 emessa, secondo il costruttore, nel ciclo d’omologazione NEDC, corrispondenti a 4,1 litri/100 km di consumo. Questo sì che è un primato, per una Lamborghini.

Mini Superleggera Vision. Non è la prima volta che appare in pubblico, visto che aveva conquistato molte attenzioni al Concorso d’eleganza di Villa d’Este, lo scorso maggio. Ma nel mondo dell’auto contano i palcoscenici “ufficiali”, quelli dei Saloni. E Mini ha deciso di portare a Parigi la spiderina elettrica disegnata con la carrozzeria italiana Touring Superleggera, segno che si tratta di qualcosa di più di un semplice esercizio di stile.

Peugeot Quartz. Che la piccola Suv 2008 abbia un aspetto troppo tranquillo? Forse per recuperare terreno sulla Renault Captur, che in Europa vende circa il 20% in più, la Peugeot pensa a una crossover dall’aspetto estremo, incarnato dalla concept Quartz. Sotto il cofano un sistema ibrido plug-in da addirittura 500 CV sviluppato dalla divisione Peugeot Sport.

Renault Eolab. Cento chilometri con un litro di benzina: è l’incredibile promessa della concept Eolab, l’ibrida plug-in che rappresenta “una vetrina dell’innovazione Renault per l’ambiente”. Sviluppata all’interno del programma statale “Nuova Francia Industriale”, la Eolab, a differenza di analoghi progetti Peugeot e Citroën, ha un design specifico, particolarmente curato sotto il profilo dell’aerodinamica e della leggerezza.

Toyota C-HR.Finalmente una Toyota che è anche bella: per una volta, i giapponesi hanno osato un po’, disegnando un’auto di carattere. Nata dalla collaborazione fra i centri stile europeo e giapponese, questa crossover ibrida plug-in indica che, come promesso dal presidente Akio Toyoda, dovrebbe riportare il primo costruttore mondiale a realizzare auto che, oltre che affidabili, siano anche emozionanti. Secondo la Casa, infatti, la C-HR “anticipa il linguaggio stilistico dei modelli Toyota che verranno lanciati nei prossimi anni”. 

Volkswagen XL Sport. Non è una concept vera e propria, perché ne saranno prodotti 500 esemplari. Ma data la particolarità del progetto, è difficile considerarla un’auto di serie. La Volkswagen ha usato come base la XL1 – la vettura ibrida plug-in da 100 km con un litro costruita in piccola serie – e l’ha resa ancora più grande e performante, utilizzando come unità termica il V2 della Ducati 1199 Superleggera. Del resto, il marchio Ducati fa ora parte della galassia VW. Il “due cilindri più potente al mondo”, 200 CV, garantisce a questo missile a due posti di raggiungere i 270 km/ di velocità massima e uno scatto “0-100” in 5,7 secondi. Non è dato sapere il consumo, ma sicuramente è cresciuto rispetto alla XL1. Tanto che l’1 è sparito dal nome.

 

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