Grillo se la prende con tutti, anche con gli economisti: “nessuno ha previsto la crisi del 2008” afferma. Eppure ‘Economia Canaglia’ lo ha letto, è uscito un anno prima della crisi e nel capitolo secondo se ne preannuncia l’avvento. E forse ha anche letto ‘Il Contagio’ e ‘Democrazia Vendesi’ dove si prevede tappa per tappa il declino economico dell’Italia e quello di Eurolandia.
Quello che Grillo dovrebbe dire è che non serve a nulla prevedere il futuro nero dell’economia italiana primo perché gli italiani ancora non hanno capito che la situazione è nera, anzi nerissima, secondo perché sono convinti di appartenere ad una grande potenza economica, terzo perché la classe politica, tutta, con nessuna eccezione, è profondamente ignorante. Consegnare il paese a gente competente ed onesta non si può perché chi lo è si tiene ben lontano dalla macchina politica vecchia e da quella nuova.
Il problema italiano è l’assoluta mancanza di cultura ed etica politica, non sappiamo neppure cosa significano questi due concetti. Per questo prendersela con Renzi non serve proprio a nulla, è il prodotto di una cultura politica poverissima, quasi inesistente.
Bisogna passare molto tempo all’estero per rendersi conto di tutto ciò. In nessun paese al mondo ci sono così tanti talk show politici dove si avvicendano un gruppo di persone – politici, economisti, politologi, portaborse e tirapiedi -, sempre la stessa gente che dice sempre le stesse cose inutili. Ma non basta, i talk show sono arene dove ci s’insulta, non ci si confronta su tesi o idee, si urla e basta. I conduttori sembrano domatori del circo non giornalisti. Il semplice fatto che gli italiani trascorrono ore ed ore davanti a questo spettacolo, poiché di questo si tratta, dimostra la loro scarsa cultura politica.
Altra caratteristica l’accettazione passiva di leader non eletti, gente che viene paracadutata alla guida del governo da crisi politiche che minacciano lo scioglimento del parlamento, e la perdita della poltrona e della pensione per i deputati. Tagliarsi lo stipendio non serve a nulla è una mossa mediatica che dura poco tempo, poi bisogna dimostrare di saper fare il proprio mestiere invece di litigare costantemente dentro e fuori il proprio partito.
All’estero facciamo ridere perché non siamo capaci di cambiare nulla, prigionieri di un immobilismo che ormai ci sta asfissiando, siamo la peggiore economia d’Europa, non abbiamo fatto l’austerità e le riforme imposte alla Grecia, ma siamo in deflazione con un PIL costantemente negativo. L’immobilismo questo produce. Almeno i greci se la possono prendere con Bruxelles, noi con chi ce la prendiamo? Con Monti, Letta e Renzi, leader non eletti?
Vista dal di fuori la situazione in Italia appare surreale, tutti fanno populismo, tutti curano l’immagine mediatica, tutti promettono la luna e nessuno tira fuori uno straccio di piano, un’idea. Il nuovo governo indiano ha assunto un gruppo di consulenti digitali, pezzi da novanta, per ristrutturare il sistema non di comunicazione (quello che pensiamo subito tutti noi) ma amministrativo e facilitare l’interazione tra agenzie di stato e cittadini. Un’impresa enorme ma almeno è un piano, un’idea. L’Italia ha appena conseguito la maglia nera dell’Unione Europea per la giustizia, qualcuno ha visto negli ultimi tre anni uno straccio di proposta concreta per riformare la giustizia? No, si litiga in parlamento, nelle commissioni, in televisione e non si arriva mai a nulla. Sembra quasi che a nessuno interessino le sorti del paese, ciò che conta è non darla vinta all’opposizione, sabotare il governo, fare lo sgambetto ai ministri.
Tanta, troppa energia negativa. Quindi perché ci sorprendiamo che abbiamo un karma nero come il carbone?
Come se ne esce? Prima di tutto spegnendo la televisione, boicottando tutti questi programmi inutili che aumentano l’astio e la rabbia che ci bolle dentro. Punto secondo smettiamo di vivere una vita come una partita di calcio perenne, con l’ossessione di mettere il pallone in porta al punto di fare continuamente autogoal. Le persone in gamba ancora ci sono, che ci costa starle a sentire ed anche se non siamo d’accordo perché non riflettere su quello che dicono?
Nel 2010 l’unica voce critica nei confronti dell’euro era la mia e sono stata attaccata da tutti. Quando Draghi ha salvato l’euro in corner e l’Italia non è stata costretta ad uscire dall’unione monetaria sono stata accusata di disfattismo perché avevo scritto che o l’euro non arrivava al 2012 o l’economia italiana era destinata ad un lento ed inesorabile declino. Ebbene oggi quel declino è tangibile.
Non è vero che gli economisti non avevano previsto la crisi del 2008 o quella del 2010 o la deflazione corrente, il problema è che in Italia nessuno vuole ascoltare le brutte notizie.