Non conosce fine l’orrore seminato dallo Stato Islamico in Iraq. L’Isis ha giustiziato in pubblico un cameraman iracheno, suo fratello e altre due civili a Samra, villaggio a nord di Baghdad. Lo ha reso noto un membro della famiglia del giornalista, Raad al-Azzawi, di 37 anni, che lavorava per la tv locale Sama Salaheddine. Sempre oggi l’Isis avrebbe giustiziato, nel nord del paese, altre persone sospettate di avere legami con gruppi sunniti anti-jihadisti, riferiscono fonti della sicurezza e testimoni. Secondo Reporters sans frontières (Rsf), il giornalista, padre di tre figli, è stato rapito dal gruppo jihadista il 7 settembre scorso. “Sono venuti a casa e hanno preso lui ed il fratello”, ha riferito una fonte della sua famiglia spiegando che “non aveva fatto nulla di sbagliato: la sua unica colpa era quella di essere un cameraman che stava semplicemente facendo il suo lavoro”. “Qualcuno nel villaggio lo ha accusato di lavorare per il governo, denunciandolo ai jihadisti”, ha aggiunto. Secondo un comunicato di Rsf, il mese scorso l’Isis aveva minacciato di uccidere il cameraman perché si era rifiutato di lavorare per il gruppo. A Baghdad, tre autobomba sono esplose in quartieri sciiti della città provocando 38 morti e 54 feriti.

Ong: “Jihadisti hanno messo a morte 4 donne”
Quattro donne sono state messe a morte dagli jihadisti dell’Isis nel nord dell’Iraq da inizio ottobre. Lo riferiscono attivisti dei diritti umani, precisando che due donne erano medici, una era diplomata in diritto e l’ultima un politico. Tre sono state giustiziate mercoledì a Mosul e la quarta nei pressi della città lo scorso 5 ottobre.  

Tre attentati kamikaze a Baghdad: 38 morti e 54 feriti. Tre attentati esplosivi hanno causato 38 morti e 54 feriti a Baghdad. Il bilancio, diffuso da fonti mediche della sicurezza, è provvisorio. Prime informazioni parlano di un attentatore che si sarebbe lanciato contro un checkpoint militare nel quartiere di Shula, provocando la morte di 18 persone e, tra gli altri, anche di alcuni soldati iracheni. Un secondo attacco nello stesso quartiere ha provocato altre 7 vittime, mentre nel quartiere sciita di Khazimiyah la conta dei cadaveri è, per il momento, ferma a 13. 

Times: “Al Anbar potrebbe cadere il 10 giorni”
Potrebbe essere questione di una decina di giorni la caduta della provincia occidentale irachena di Al Anbar nelle mani dei jihadisti dello stato islamico a meno che non venga lanciata un’azione urgente. E’ quanto riferiscono responsabili iracheni al Times. Fonti della difesa americana alla Afp hanno definito “fragile la posizione dell’esercito iracheno nella regione dove decine di raid condotti dagli Usa e dai loro alleati sono riusciti a impedire all’Isis la conquista della diga di Haditha. Ma, scrive la Bbc online, i jihadisti continuano ad avanzare. Baghdad è in sicurezza, secondo le fonti americane che sottolineano che l’offensiva dell’Isis nell’Iraq occidentale avviene mentre l’attenzione internazionale è rivolta sulla battaglia di Kobane. I jihadisti hanno ricevuto rifornimenti e la situazione ad al Anbar resta tesa e “fragile”. Le forze irachene hanno bisogno urgente di addestramento. “Non c’è paragone con le capacità delle forze curde nel nord della Siria, ha detto un’altra fonte. La caduta della provincia di al Anbar darebbe il controllo all’Isis di una vasta striscia di territorio tra Siria e Iraq che consentirebbe ai jihadisti di stabilire linee di rifornimento e di lanciare attacchi contro Baghdad.

Onu: “Da Al Anbar 500.000 sfollati”
Le città di Ramadi e Fallujah sono città fantasma, con ospedali, scuole, moschee e case distrutte. Le Nazioni Unite stimano inoltre che 500 mila abitanti di Al Anbar siano stati costretti a abbandonare le loro case dall’inizio degli scontri tra l’Isis e l’esercito libanese a fine dicembre. Oltre due terzi delle famiglie sono sfollate all’interno della provincia e, per ragioni di sicurezza, ricevono poco o niente aiuto umanitario. Inoltre la scorsa settimana l’Is è avanzato nella città di Heet, che ospita circa 100 mila sfollati interni, sta attaccando il capoluogo di provincia Ramadi e ha preso il controllo di alcune basi militari della zona. E’ una provincia “dimenticata”, lamenta all’Irin il presidente del Consiglio provinciale di al-Anbar, Sabah Karhut: “La comunità internazionale non ha fatto nulla per Anbar. Vogliamo un coinvolgimento maggiore e che il nostro popolo sia aiutato. Abbiamo bisogno di cibo, medicine”. Intanto continua l’avanzata dell’Is nella provincia, con la conquista il 2 ottobre di Heet a nord ovest di Ramadi e il 4 di Kubaisa, vicino alla base militare di Ain al-Asad usata dall’esercito per inviare rifornimenti alle truppe impegnate a difendere la provincia di Haditha Dam.

Media: “Jihadisti preparano attacco a Kirkuk”
Dopo Kobane, Kirkuk: è l’allarme lanciato da fonti curdo-irachene citate stamani dal quotidiano panarabo Al Hayat, secondo cui i jihadisti si stanno addensando a sud e a nord della importante città irachena, ricca di giacimenti di petrolio e per ora controllata dalle milizie curde. Le fonti affermano che l’Isis ha arruolato numerosi nuovi combattenti arabi e stranieri provenienti da varie regioni del mondo, in particolare dalla vicina Siria. Da metà settembre, lo Stato islamico è impegnato nella conquista della cittadina curdo-siriana di Kobane, a ridosso della frontiera turca. Le fonti affermano che a breve, l’Isis potrebbe lanciare un attacco coordinato e massiccio contro Kirkuk, per lunghi anni contesa tra arabi e curdi ma dal giugno scorso entrata del tutto sotto il controllo curdo.

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