Mondo

Nobel a Malala, minacce da talebani: ‘Nemica di Islam, per lei pronti coltelli affilati’

"Personaggi come Malala dovrebbero sapere che non siamo scoraggiati dalla propoganda", il messaggio postato su Twitter dal portavoce del gruppo fondamentalista pakistano Jamaat ul Ahrar. Che aggiunge: "Lei parla tanto contro i conflitti armati. Non sa che il fondatore del Nobel ha inventato gli esplosivi?"

Un gruppo scissionista dei Talebani pakistani ha minacciato Malala Yousafzai, fresca vincitrice del premio Nobel per la Pace, con “coltelli affilati e lucenti”. Il portavoce del gruppo dei Talebani pakistani Jamaat ul Ahrar afferma su Twitter che “personaggi come Malala dovrebbero sapere che non siamo scoraggiati dalla propaganda. Abbiamo preparato coltelli affilati e lucenti per i nemici dell’Islam”. “Malala parla così tanto contro i conflitti armati e le armi. Sa che il fondatore del suo recente Nobel era l’inventore degli esplosivi?“, ha proseguito il portavoce del gruppo.

La diciassettenne si è detta onorata di essere stata la prima pakistana ad ricevere il Nobel e ha aggiunto di essere felice di condividere questo riconoscimento con un cittadino indiano (l’attivista 60enne Kailash Satyarthi impegnato dagli ’90 nella lotta contro il lavoro minorile: attraverso la sua associazione è riuscito a liberare 80.000 bambini dalla schiavitù e a favorirne il reintegro nella società). “Ora – ha affermato Malala, diventata nota nel 2009 grazie a un blog in lingua urdu nel quale denunciava le atrocità commesse dai talebani nella terra di Swat –  voglio vedere tutti i bambini andare a scuola“. 

“Per la loro battaglia contro la repressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’educazione”: questa la motivazione con la quale è stato assegnato il doppio premio a Malala e Satyarthi. “Nonostante la sua giovane età – osserva il comitato del Nobel a proposito di Malala – la Yousafzay già da anni combatte per il diritto delle bambine all’educazione e ha dimostrato con l’esempio che i giovani possono contribuire a migliorare la situazione. E lo ha fatto nelle circostanze più pericolose: attraverso la sua battaglia eroica, è diventata una voce guida per i diritti dei bambini all’educazione”.