Entro Natale altri due bambini nasceranno da madri cui è stato trapianto l’utero. Ancora non si è spenta l’eco del primo bambino nato da utero trapiantato che già il ‘padre putativo’, il ricercatore svedese Mats Brannstrom che ha messo a punto la tecnica, si prepara a nuovi fiocchi rosa o azzurri. A dicembre ha spiegato Brannstrom, ospite a Roma del congresso Tecnobios sulla procreazione, dovrebbero nascere altri due bimbi da mamme nate senza utero. “Ci sono al momento sette donne che stanno portando avanti gravidanze dopo il trapianto – spiega Brannstrom – due sono oltre la trentesima settimana, quindi ci aspettiamo altri due bambini entro Natale”.

Per il medico svedese la nascita del primo bambino è stata speciale. “Oltre a coordinare il trapianto di utero come ginecologo ho fatto anche il cesareo – racconta -. Un cesareo è un’esperienza meravigliosa in ogni caso, ma in questo è stata speciale”. La mamma e il papà del piccolo si erano sottoposti alla fecondazione in vitro, dalla quale sono stati prodotti undici embrioni che sono stati congelati mentre è stato effettuato il trapianto di utero, donato da una donna in menopausa che aveva già avuto due bambini. Proprio il trapianto, spiega l’esperto, è la parte più difficile dell’intera procedura. “Per l’espianto dell’organo e il successivo impianto servono 15-18 ore – afferma l’esperto -, è un tempo molto lungo ma nonostante la complessità dell’intervento le pazienti non hanno avuto problemi. Sono convinto comunque che con il passare del tempo e l’aumento del numero di interventi diminuirà anche il tempo necessario”.

La tecnica, descritta in un articolo pubblicato da The Lancet, dovrebbe estendersi agli altri Paesi in un tempo relativamente breve. “Credo che arriverà anche da voi – ha affermato l’esperto -. La procedura coinvolge sia ginecologi che esperti di trapianti, e richiede molto allenamento su modelli animali. Credo proprio che si espanderà anche in Italia, ci vorranno però un paio d’anni”. La Sindrome di Rokitansky, la malattia genetica che fa sì che le donne nascano senza utero, colpisce circa una nuova nata su quattromila. “Fino a questo momento all’estero in questi casi si ricorreva ad una madre surrogata, che portava avanti la gravidanza per poi dare il bimbo ai genitori biologici – spiega Andrea Borini, presidente della Società Italiana di Fertilità e Sterilità (Sifes) – questa tecnica apre prospettive del tutto nuove per le donne, che possono avere la gioia della maternità”. 

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