L'artista fiorentino ha presentato il nuovo programma I dieci comandamenti in onda su RaiUno. A proposito del nubifragio sulla città ligure commenta: "Non si rispettano tre comandamenti: non dire falsa testimonianza, non rubare e non ammazzare"
“C’è incredulità per quello che succede a Genova, soprattutto se si guardano le cause. Non si rispettano tre comandamenti: non dire falsa testimonianza, non rubare e non ammazzare”. Queste le parole di Roberto Benigni a proposito dell’alluvione nel capoluogo ligure. Benigni inoltre ha aggiunto: “Sono tre comandamenti sui quali viene sputato sopra. È terribile. Sembra una piaga, una punizione ma non è certamente avvenuta dal Signore ma dagli uomini. Sarò vicino agli angeli del fango e alla popolazione in tutte le maniere anche se queste cose preferisco tenerle per me. In questi casi bisogna donarsi totalmente, fisicamente. C’è il desiderio di essere lì a spalare il fango, a sporcarsi le mani…Che poi è uno sporcarsi che rende molto puliti. Sono vicino con il cuore alla popolazione, ma provo incredulità di fronte a quello che è successo. Quando si sentono le cause si rimane sconcertati, esterrefatti”, ha concluso l’artista fiorentino.
Benigni ha parlato nella conferenza di presentazione del suo nuovo programma dedicato ai Dieci comandamenti che andrà in onda su RaiUno in due serate il 15 e il 16 dicembre. Il comico torna all’ammiraglia Rai dopo il successo delle tredici letture dalla Divina Commedia con lo spettacolo Tutto Dante (trasmesso da Rai1 nel periodo tra dicembre 2007 e marzo 2008) e lo show del 2012 La più bella del mondo, dedicato ai dodici principi fondamentali della Costituzione italiana. E proprio sulla carta fondante dello Stato il comico non ha risparmiato il suo consueto motto di spirito: “So che ora stanno rimettendo mano alla Costituzione, mi devo sbrigare a fare i dieci comandamenti, non vorrei che mettessero mano anche alla Bibbia”. Il direttore di RaiUno Giancarlo Leone, ripercorrendo le tappe più famose del premio Oscar toscano davanti alle telecamere di viale Mazzini, ha ricordato: “È lungo 42 anni il connubio tra Benigni e viale Mazzini”.
Una conferenza stampa in cui Benigni non ha trattenuto il suo peculiare entusiasmo, a proposito dei Dieci comandamenti Benigni ha sottolineato: “Li conoscono tutti. Sono le parole più conosciute del mondo. Quando ho iniziato a studiarli, mi hanno fatto impressione. Sono parole vive, che ballano davanti agli occhi. Hanno fatto entrare l’infinito nella vita quotidiana di tutti i giorni”. Benigni confessa di aver pensato di fare dieci serate per raccontare le tavole della legge e “quell’esodo che da Spartacus alle primavere arabe è stato l’esempio di qualsiasi movimento di libertà”. “Sono così emozionato che inizierei subito e andrei avanti all’infinito come Un posto al sole“. Ha commentato il comico riferendosi alla storica soap opera di RaiTre. Nel suo spettacolo Benigni analizzerà la versione originale, ossia, come precisato con ironia da lui medesimo: “Farò quella scritta dall’autore, scritta proprio da Dio, con le sue mani. Sono regole semplici, sono dieci perché non li ha scritti una commissione di esperti, altrimenti sarebbero mille”.
In conclusione l’artista ha precisato quali sono i suoi due comandamenti preferiti: “Onora il padre e la madre e Ricordati di santificare le feste perché non contengono il “non” ma sono uno più bello dell’altro”. E tornando all’attualità Benigni non ha risparmiato la sua staffilata al mondo politico: “Per fortuna non si è arrivati al comandamento 18! Il lavoro è sparito, ora mi sembra che sia sparita anche la parola: non si parla più di lavoro si parla di job. Fa un po’ impressione, anche perché la parola lavoro è molto più bella di job, sembra la Bibbia. Jobs act, l’atto di Giobbe”.