Lo storico Giannuli aveva rinunciato alla partecipazione a un incontro per la presenza di un avvocato "esperto di sovranità monetaria", ma vicino alle posizioni di Forza Nuova. Ora i grillini replicano: "Profonda distanza da anni bui del nazifascismo"
“Caro Professor Aldo Giannuli, non eravamo a conoscenza di certe manifestazioni di vicinanza dell’avvocato Antonio Pimpini” al fascismo. “Non sia troppo ingeneroso, non lo meritiamo”. Il Movimento 5 Stelle di Brugherio (Monza) cerca di fare “pace” con il docente di storia contemporanea alla Statale di Milano – spesso “ospite” del blog di Beppe Grillo – che domenica 5 ottobre si è rifiutato di partecipare alla festa “5 ottobre a 5 stelle” per via della presenza (poi saltata per impegni di lavoro) di Pimpini, avvocato vicino a Forza Nuova. “Non vado ad iniziative con esponenti, militanti o collaboratori di gruppi fascisti o affini”, aveva scritto Giannuli sul suo sito internet, dove accusava gli organizzatori pentastellati di non averlo avvertito in tempo dell’adesione del legale: “Se me lo avessero detto immediatamente, avrei subito risposto di no. Sono stati loro a combinare questo pasticcio, non sono stati chiari”.
Ma ora con una nota, inviata a Giannuli e anche a ilfattoquotidiano.it – il Movimento ricostruisce i “retroscena” della vicenda nel tentativo di mettere fine alle polemiche. “Le simpatie politiche dell’avvocato Pimpini, che, sia ben chiaro, rappresentano una sua libera e consapevole scelta individuale, sono note da tempo. Quello che non era noto nemmeno a noi – sostengono gli attivisti 5 Stelle di Brugherio – erano alcune sue manifestazioni di ‘vicinanza’ ad uno dei periodi più bui della storia italiana. Di tali manifestazioni siamo venuti a conoscenza anche noi solo a partire dal 17 settembre 2014, a seguito delle segnalazioni ricevute dall’Anpi. Se un celebre studioso di storia contemporanea come Lei, ben informato sul panorama politico italiano, può giustamente rivendicare il diritto di non essere a conoscenza della collocazione politica di tutti, a maggior ragione, converrà con noi, potevano non esserlo noi che non siamo, né pretendiamo di esserlo, professionisti della politica”.
Dopo la segnalazione dell’Associazione dei partigiani, assicura Giuseppe Di Liddo, uno degli organizzatori dell’iniziativa, all’interno del Movimento si è aperto un confronto. Dal quale è nato un comunicato pubblicato il 18 settembre: “Il Movimento Cinque Stelle di Brugherio tiene a rimarcare la propria profonda distanza da qualunque regime totalitario del passato ed in particolare condanna fermamente, se mai fosse necessario ribadirlo, gli anni bui del nazifascismo e la tragedia della Shoah”. A maggioranza, però, il gruppo aveva deciso di invitare ugualmente Pimpini, considerato tra i massimi esperti italiani in tema di sovranità monetaria, che era uno dei temi affrontati alla festa che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del senatore Vito Crimi e degli europarlamentari Marco Valli ed Eleonora Evi, invitati a parlare di ecosostenibilità, cultura alimentare e democrazia diretta.
Giannuli – si legge ancora nel comunicato dei 5 Stelle di Brugherio – era stato informato della partecipazione di Pimpini il 24 settembre, circostanza confermata dallo stesso docente. E già in questa telefonata, il professore aveva fatto capire che non avrebbe condiviso volentieri i banchi della sala consiliare di Brugherio con l’avvocato al centro della polemica: “Già dieci giorni fa avevo fatto sapere che se fossi intervenuto avrei legittimato posizioni e argomentazioni lontanissime dalle mie e per me questo sarebbe stato inaccettabile” aveva detto Giannuli al fatto.it.
Ma “proprio per la stima che nutriamo nei Suoi confronti – ricostruiscono gli organizzatori – privilegiando la possibilità che Lei fosse presente, Le è stato offerto di disdire la presenza di Pimpini. Il suo invito a non procedere in tal senso, perché comunque Lei non sarebbe venuto (per motivi personali, ndr), ci ha indotto a travisare e a ritenere erroneamente che gli impedimenti preesistenti, già anticipatici il 16 settembre, rappresentassero la predominante motivazione della Sua assenza”. All’origine di tutto, insomma, ci sarebbe stato un malinteso, dicono i 5 Stelle che sostengono di aver agito in “assoluta buona fede”. “Speriamo di aver fatto chiarezza. Per quanto ci riguarda faremo tesoro di tutti gli errori commessi – concludono – Stiamo pian piano crescendo, stiamo imparando”.