“Qualcuno ha tradito” cantava De Gregori nella canzone Il bandito e il campione. Essendo elezioni di secondo livello, le Provinciali di Catanzaro dovevano essere solo una formalità. E, invece, nella Regione del trasversalismo e degli “accurduni” anche i numeri cambiano e, nel segreto dell’urna, due più due non fa sempre quattro. Finisce a botte a Catanzaro dove il centrosinistra ha vinto le elezioni e il segretario del Partito democratico Enzo Bruno è stato eletto presidente della Provincia. Prenderà il posto del commissario Wanda Ferro, candidata in pectore di Forza Italia a presidente della Regione. Bruno ha avuto la meglio su Tommaso Brutto sostenuto dal centrodestra che, a Catanzaro, guida anche il Comune con Sergio Abramo. Per Forza Italia doveva essere, in sostanza, un’elezione “per contarsi”. Brutto aveva dalla sua parte la maggioranza dei sindaci e dei consiglieri comunali. Eppure è riuscito a perdere, quasi doppiato dal segretario del Pd.
Una competizione tra coimputati in attesa dell’appello dopo la condanna per truffa aggravata nel processo scaturito dall’inchiesta della Guardia di finanza sui rimborsi della Provincia di Catanzaro. Ma a tenere banco, però, non sono stati i trascorsi giudiziari dei candidati. Piuttosto la resa dei conti tutta interna al centrodestra che, fino all’apertura dei seggi, pensava di fare man bassa di poltrone. Non è stato così e fuori dal seggio si è consumata una rissa tra il sindaco Sergio Abramo e il suo ex assessore Massimo Lomonaco, indagato nell’inchiesta “Firme False” in cui sono emersi anche i suoi rapporti con una prostituta straniera che, in cambio di prestazioni sessuali, avrebbe favorito per il rinnovo della carta d’identità. Pubblicate le intercettazioni, Abramo ha azzerato la giunta travolta dall’indagine del pm Gerardo Dominjanni e ha revocato le deleghe a Lomonaco che, per questo, ancora nutre risentimento nei suoi confronti.
La dialettica tra le due correnti di Forza Italia si è trasformata in un vero e proprio scontro fisico davanti al seggio e sotto le telecamere di una banca. I bene informati raccontano che Massimo Lomonaco ha accusato di trasversalismo Abramo. “Hai fatto una porcheria – avrebbe detto l’ex assessore – Ti sei venduto i voti”. Chi ha assistito racconta Lomonaco a terra con la camicia strappata e gli occhiali rotti. Sembravano due galli che si contendevano un pollaio senza galline. Spintoni, calci e pugni, finché qualcuno non li ha divisi. Abramo ha denunciato Lomonaco che, dal canto suo, chiede che i carabinieri acquisiscano i filmati registrati dalle telecamere. Entrambi sono finiti in ospedale. Quindici giorni di prognosi per il sindaco e 7 per l’ex assessore che ha polemizzato anche con i medici del Pronto soccorso perché hanno medicato prima Abramo. Scene che farebbero rabbrividire anche Cetto Laqualunque.
Da Il Fatto Quotidiano del 14 ottobre 2014