Ogni giorno siamo tempestati da termini che ormai, nostro malgrado, sono entrati nel linguaggio usuale. Spesso si tratta di concetti di non facile spiegazione anche perché incidono pesantemente sulla vita dei cittadini. L’attuale crisi economica ha causato un crollo delle speranze con i decisori che, sovente, si rifugiano dietro parole incomprensibili con le quali conducono le loro azioni.
In questo quadro, è necessario formare anche i cittadini più giovani al fine di una crescita consapevole di fronte ai nuovi scenari, non proprio confortanti. Significativa, in questo senso, è l’iniziativa della Cassa di Risparmio di Fossano, che dal 2000 promuove lezioni di educazione finanziaria nelle scuole per spiegare l’economia ai ragazzi con un volume dedicato agli studenti delle scuole medie: il ‘Manuale di educazione finanziaria”, redatto dal Presidente della banca cuneese, Beppe Ghisolfi.
Realizzato con un simpatico stile il volume affronta tematiche complesse con leggerezza anche attraverso l’utilizzo di illustrazioni, realizzate dagli studenti stessi, i quali alla fine del libro “inventano il risparmio” con idee davvero degne di nota; ciò dimostra che educare è il primo passo per generare cittadini consapevoli. Il recente Premio Nobel a Malala, conferma che il momento educativo è di fondamentale importanza per la costruzione di una società che possa davvero avere gli strumenti per resistere agli attacchi dell’ignoranza e tra questi anche quella dell’opacità dei poteri. Il potere opaco autoreferenziale occlude l’accesso alla conoscenza e solo la luce della chiarezza potrebbe essere la chiave di volta per cambiare lo stato delle cose. Il ruolo dell’istruzione è dunque essenziale perché attraverso buoni “maestri” si forma la futura classe dirigente.
Chi forma però gli insegnanti? Nella generale omologazione vi sarebbe la necessità di educatori sull’esempio di Alberto Manzi o Mario Lodi i quali, con parole semplici ed immediate, possano consentire alla popolazione scolastica di avere i necessari strumenti per comportarsi, una volta adulti, con la realtà dei termini studiati! Dietro ogni termine, infatti, ci sono tante implicazioni che spesso portano allo smarrimento e all’arrendevolezza. Anche il concetto di banca dovrebbe essere rivisto in una logica umanizzata. Oggi sono molti coloro che rimangono indietro, pressati da mutui o prestiti (con il rischio concreto di entrare nelle trappole dell’usura). La mancanza di lavoro ha provocato casi di cronaca nera, purtroppo quotidiani. Questo è inaccettabile; accanto alla consapevolezza delle parole occorre un diverso ruolo delle banche, sicuramente più umano nel comprendere che la “gente” non ce la fa più a vivere nell’incertezza del proprio presente e futuro. L’educazione parte anche da qui.