Il centro-destra emiliano romagnolo correrà separato alle prossime Regionali del 23 novembre. Saranno Alessandro Rondoni – appoggiato da Ncd e Udc – e Alan Fabbri – sostenuto da Lega Nord Emilia e Lega Nord Romagna, Forza Italia e Fratelli d’Italia – a sfidare i candidati di Pd, Movimento 5 Stelle, L’Altra Emilia Romagna e Liberi Cittadini. Su Fabbri la decisione è stata presa dopo l’ultima lunga riunione tenutasi ad Arcore tra Silvio Berlusconi, i vertici di FI e quelli del Carroccio; mentre non è ancora stata ufficializzata, ma verrà presentata tra qualche giorno a Bologna, quella di Rondoni per il nuovo partito “popolare” che presto nascerà tra alfaniani e casiniani e che in Emilia Romagna vedrà il secondo esperimento di lista elettorale in comune dopo le Europee del maggio 2014.
Il tentativo di una lista unitaria di tutto il centrodestra era già tramontato da giorni, ma il tentennamento di Forza Italia, che nel caso di un’alleanza ‘monca’ avrebbe preferito stare con la Lega, e l’ostinazione dei leghisti nel non volere nessun apparentamento con i centristi di Alfano, ha poi fatto il resto portando ad un continuo rimandare dell’ufficialità di Fabbri a cui venivano via via sacrificati diversi nomi di candidati “civici” come il professore universitario di Forlì, Valerio Melandri, o il consigliere regionale riminese Marco Lombardi, gradito a diversi circoli di base di FI anche in Emilia.
La candidatura del giovane sindaco di Bondeno (Fe), riconfermato primo cittadino nel maggio 2014 con un’alleanza che andava da FdI fino all’Udc, e a cui Berlusconi ha chiesto ironicamente di “tagliarsi il codino per essere più presentabile”, non ricompatta nell’immediato un pattuglia ben unita in suo sostegno. Il primo a rilasciare una dichiarazione non proprio entusiasta all’uscita da Arcore è il coordinatore regionale di Forza Italia, Massimo Palmizio: “Non sono contento per niente. Sono stufo che la mia regione sia merce di scambio”. Un malumore che investe anche mezza Lega Nord, quella targata Emilia, che non vede riconfermato nella lista dei consigliere regionali del Carroccio il suo presidente, Manes Bernardini: attuale consigliere regionale e comunale a Bologna, sostenitore di Fabbri ma che da 24 ore non rilascia dichiarazioni sulla beffa ricevuta.
L’unico a gioire, per ora, è Gianluca Pini, presidente della Lega Nord Romagna: “Sono stato io il primo a suggerire il nome di Fabbri. Ora sta ad Alan battere nuovamente la sinistra come ha fatto a Bondeno”, spiega al fattoquotidiano.it, “Siamo in ritardo ma solo per colpa dei vertici di Forza Italia che hanno tergiversato per mesi. L’alleanza con L’Ncd? Per carità. Noi siamo il centrodestra, loro sono il centro che guarda a sinistra”. Dal fronte Ncd/Udc che ha già pronto un simbolo simile a quello delle Europee ma con al posto della parola Alfano il termine Emilia Romagna, si va verso il nome di Rondoni: 54 anni, giornalista, cattolico, vicino al ministro Lupi, 11mila preferenze alle ultime europee, presenza costante e “popolare” tra i forlivesi in corso Repubblica a Forlì davanti alla sua edicola Rondo Point.
“Il Pd è in forte calo”, ha spiegato qualche giorno fa Rondoni, che nel 2009 da candidato del centrodestra sostenuto anche dalla Lega ha portato Balzani al secondo turno ottenendo il 45% dei voti, “dobbiamo proporre un soggetto politico che nasce tra la gente, unitario e moderato, senza derive estremiste alla Le Pen”. “Non nascondo un po’ di rammarico per una candidatura di un centrodestra unito, protagonista di un’occasione storica per battere il Pd in Emilia”, chiude il vicecapogruppo Ncd alla Camera, Antonio Pizzolante, in prima fila a Roma nel tessere alleanze per le prossime regionali, “certo di fronte a un partito che si fa dettare le regole dalla Pascale o da Luxuria un certo sollievo a non stare con loro c’è”. Così se l’Ncd-Udc si punterà ad avere almeno un consigliere regionale, è dalla Lega Nord Romagna che si vuole far saltare il tavolo, magari arrivando prima dei 5 Stelle: “Sarà durissima, ma gareggiamo per vincere”, conclude Pini, “I grillini? La loro candidata è stata eletta con qualche centinaio di voti, praticamente il numero di nostri militanti in un’unica riunione provinciale”.