La Bce ha tagliato ulteriormente il costo del denaro, con tassi allo 0,05%, e ha pronto un piano per l’acquisto di titoli dalle banche. Tutto per dare più liquidità agli istituti di credito e costringerli a sostenere l’economia reale. “Non v’illudete, da loro non arriverà alcun aiuto alle piccole e medie imprese, che in Italia rappresentano il vero tessuto produttivo, quello più sofferente”. E’ l’analisi di Vincenzo Imperatore, ex dirigente e autore per Chiarelettere di ‘Io so e ho le prove – Confessioni di un ex manager bancario‘, libro in cui spiega tutti i trucchi utilizzati dagli istituti per ingannare i correntisti. “Per anni”, racconta Imperatore, “abbiamo concesso prestiti e venduto prodotti al di sopra delle possibilità della stessa clientela”. Poi, con la crisi finanziaria del 2007, qualcosa è cambiato. E i “polli da spennare“, ottimi clienti fino ad allora, sono diventati debitori da far rientrare a tutti i costi. Perché il rischio di rimetterci la faccia, e non solo, aveva reso imprescindibile il rispetto delle regole imposte da Basilea II, fino ad allora ignorate. Per questo, ne è convinto l’autore, “oggi alle banche non conviene prestare soldi a un’azienda che non ha un rating ottimale, anche se li prende allo 0,05% dalla Bce. Perché dovrebbe accantonare cifre maggiori a garanzia della solvibilità dell’imprenditore”. Insomma, per le banche il gioco non vale la candela, con buona pace dell’economia reale e degli appelli di Mario Draghi. “Il credit crunch non si arresterà”, avverte Imperatore, che rilancia: “Fidatevi, ve lo dice chi per decenni ha venduto l’anima alla banca in cui lavorava”  di Franz Baraggino

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