Secondo gli inquirenti le gare venivano chiamate "creme" e un solo set poteva valere fino a 50mila euro. Al centro delle indagini anche chat su Skype
Spuntano anche i nomi di Daniele Bracciali e Potito Starace nel “caso tennis” nato dall’inchiesta sul calcioscommesse. Al centro di puntate non regolari, secondo la Procura di Cremona, non c’erano solo le partite di calcio, ma anche incontri sulla terra battuta e non solo e che in codice avevano il nome di “creme”. In Italia si parlava di 50mila euro non per una intera partita, ma per un solo set. Le chat di Skype e gli sms affiorati dai dispositivi informatici di alcuni dei 111 indagati hanno svelato un fronte nuovo e hanno allungato ombre su atleti anche azzurri, come appunto Bracciali e Starace.
Uno scommettitore molto attivo è il bolognese Manlio Bruni, ex commercialista di Beppe Signori, uno degli arrestati della prima ora (finì ai domiciliari nel giugno 2011). Bruni era interessato a fare soldi non solo con il pallone, ma anche con il tennis. Era il 9 luglio 2007. Bruni chattava con ‘braccio78’, cioè Bracciali. Era la vigilia del match del tennista italiano contro Jenkis a Newport. A presentarli fu tale ‘Goret’: “Sono con quel mio amico di cui ti parlavo, stai tranquillo, ti puoi fidare, adesso parla lui”. Bruni nelle intercettazioni dice: “Domani a che ora giochi? Primo incontro? Possiamo parlarne di questa partita”. “Dipende” scrive Bracciali. Bruni entra nei dettagli della scommessa: “Per me dipende da come si sviluppa, è importantissimo vincere il primo set e se possibile andare un break avanti nel secondo. E’ possibile in questo caso posso dare molto di più». Il tennista esita: “Se lo conoscevo avrei potuto farlo, così non posso”. Bruni: “Perché troppo scarso?”. “Così mi hanno detto, non lo conosco”.
Si parla di cifre. ‘Braccio 78’: “Di solito ci offrono 50 (50mila euro?) poi dipende comunque domani preferisco giocarla, magari per una prossima volta”. Bruni non molla: “Guarda 50 potrei farcela per prova per domani ma è indispensabile vincere il primo se non anche un’altra volta se lo so per tempo possiamo dare di più”. Il tennista risponde: “Molto importante è che quello che ci gioco lo conosca così ci parlo prima perché anche dirti che vinco il primo non è facile“. La trattativa prosegue. Bruni: “Se lo vinci siamo a posto e 50 per te… 50 per un set mi sembra buono”. Ma il tennista non se la sente e risponde che per questo giro giocherà “normale”.
Novembre 2007, ‘braccio78’ si mostra preoccupato con Bruni, perché è uscita la notizia della squalifica a 9 mesi di sospensione con una multa di 40mila euro del siciliano Alessio Di Mauro, il primo tennista italiano a subire il provvedimento per aver scommesso. “Ora tocca a noi, mi rompono le p… per 370 euro… è 2 anni e 9 mesi che non gioco più mezzo euro”. “Ti hanno interrogato?”, chiede Bruni. “Ancora no”. Bruni: “Ormai una cavia l’hanno presa”. Bracciali: “Mi hanno già chiamato. La mia situazione è 40 volte meno quella di Di Mauro che ha giocato 7.000 fino a un mese fa”. E Bruni: “I veri ladroni non li prendono”. Bracciali sarà squalificato tre mesi e multato 20mila dollari.
Infine i dubbi su Starace. La chat di Skype incriminata è del 10 aprile 2011, a poche ore dall’inizio della finale del torneo di Casalblanca che Starace gioca (e perde in 2 set: 6-1, 6-2) contro Andujar. Con lo spagnolo fino a quel momento aveva un bilancio di 5 successi e 0 sconfitte. Erodiani, l’allibratore di Pescara, parla con tale Corradino (nickname: soldatomercemnario11). “Starace ha fatto un assegno in garanzia?????”. “Sì”. E Corradino spiega che la puntata sulla sconfitta dell’italiano è certa