500milioni di aziende agricole familiari producono la maggior parte del cibo del pianeta e rivestono un ruolo fondamentale nella lotta contro la fame e la povertà, nella corretta gestione delle risorse naturali e nella sicurezza alimentare
500milioni di aziende agricole familiari producono la maggior parte del cibo del mondo grazie allo sfruttamento dei terreni agricoli in loro gestione. E’ un fattore di cui bisogna tenere conto indirizzando lo sviluppo agricolo verso la sostenibilità e l’innovazione. E’ per questo che l’Assemblea generale dell’ONU ha nominato il 2014 “Anno internazionale dell’agricoltura familiare”. Il 16 ottobre è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Lo è dal 1981, da quando per la prima volta la FAO ha deciso di commemorare in questo giorno l’anniversario della propria fondazione, avvenuta nel ‘45.
Il tema scelto per il 2014 – Agricoltura familiare: “Nutrire il mondo, preservare il pianeta” – vuole tenere alta l’attenzione sul ruolo centrale che l’agricoltura familiare riveste nella lotta contro la fame e la povertà, nel garantire sicurezza alimentare e nutrizione, nell’indirizzare la produzione verso uno sviluppo sostenibile e una corretta gestione delle risorse naturali. Come anticipazione alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ieri il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo hanno proposto il seminario “Il ruolo dell’agricoltura familiare: dal seme al cibo, nutrire il mondo preservando il pianeta” presso l’Aranciera di San Sisto.
Sulla stessa lunghezza d’onda è stata presentata nel nuovo Giardino dell’Arte e del Silenzio della Società Umanitaria a Milano una performance ricca di significati. “L’Orto d’Artista dalla Semina al Raccolto”, organizzato dall’Associazione “Arte da mangiare mangiare Arte” in collaborazione con il Salone della Sicurezza Alimentare, si è aperto – anche in questa settima edizione – con l’atto della “Semina”. Una performance collettiva durante la quale artisti e pubblico hanno “seminato” simbolicamente progetti a favore dello sviluppo sostenibile. I partecipanti hanno seminato su una tavola a scivolo lunga 10 metri – l’installazione Tavola d’Arte di topylabrys. La mostra collettiva dedicata alla Semina si terrà nei chiostri della Società Umanitaria fino al 19 ottobre e sarà dedicata al “seminatoio”, antico strumento utilizzato per seminare a mano.
La semina è un atto intimo che ognuno di noi vive con la Terra, nel proprio orto, nel proprio giardino o sul balcone di casa. Non importa dove e quando, in sé è carico di significato. Seminiamo idee, sogni, progetti e promesse. Tutti i giorni dell’anno dovrebbero essere dedicati all’alimentazione, l’abbiamo pensato tante volte. Seminiamo dunque una promessa, perché la Giornata Mondiale dell’Alimentazione non resti solo un giorno di riflessione, ma si traduca in piccole azioni e gesti di tutti i giorni. Ognuno di noi è un agricoltore familiare, anche nel piccolo del proprio appartamento di città. Sforziamoci di rispettare questi tre facili “comandamenti”. 1) Impegnamoci ad acquistare cibo sano e sostenibile. E’ una scelta che serve per prima cosa a noi, ma aiuta anche ad indirizzare la produzione mondiale verso la qualità. L’intensificazione e l’industrializzazione dei sistemi agricoli hanno portato ad un impoverimento della dieta alimentare, a scapito della salute. 2) Non sprechiamo cibo. Promettiamo di controllare il nostro frigo più spesso. Lo spreco fa aumentare la produzione di massa e fa conseguentemente abbassare il livello qualitativo del cibo. La produzione di cibo non consumato e gettato via sfrutta inutilmente le risorse del nostro pianeta. 3) Differenziamo. Le etichette degli alimenti sono sempre più “parlanti”, impariamo a gettare gli involucri giusti nei contenitori giusti. Il pianeta è casa nostra ed è il nostro futuro, manteniamolo pulito per tutti.
Oltre alle tradizionali iniziative ministeriali promosse in tutte le scuole e alla nona edizione della Hunger Run – la corsa annuale organizzata nel centro storico di Roma il 19 ottobre 2014 -, è da segnalare l’impegno del WWF, che ha presentato un rapporto sulle foreste e sulla loro distruzione causata delle piantagioni di palma da olio. L’olio di palma è considerato una serie minaccia per le foreste tropicali del pianeta. Le piantagioni stanno progressivamente togliendo terreno alle foreste, che sono ricche di biodiversità e forniscono ossigeno al nostro pianeta. L’olio di palma è contenuto in tantissimi prodotti alimentari industriali. Leggiamo le etichette che, grazie al Regolamento UE n.1169/2011, contengono informazioni sugli ingredienti sempre più di dettaglio. Una merendina non può diventare una minaccia.