Sfuma la possibilità dell’arrivo dell’Isis a Baghdad. O quanto meno la capitale irachena “non è più sotto la minaccia imminente” dei jihadisti. Il portavoce del Pentagono, John Kirby, allontana così lo spettro della presa della città da parte dell’autoproclamato califfato, che nei giorni scorsi era arrivato fino a una decina di chilometri dal suo aeroporto. Intanto, al confine tra Siria e Turchia, a seguito dei raid occidentali su Kobane e della resistenza curda, i jihadisti arretrano. I curdi proseguono la loro controffensiva e nella città di confine, nelle ultime 24 ore, appoggiati dalla coalizione a guida americana, strappano il controllo di altre posizioni allo Stato islamico.
A sostegno delle forze occidentali, il governo britannico ha fatto sapere che fornirà i droni utilizzati in Afghanistan. Porteranno avanti azioni di ricognizione e raccolta informazioni e che, all’occorrenza, potranno essere armati. Isis arretra sul territorio, ma non accade lo stesso per la sua campagna mediatica. Nell’ultimo video diffuso sui social network, parlano tre cittadini europei (inglese, tedesco e francese) che si sono arruolati tra i jihadisti e che minacciano il loro paese d’origine.
Raid su Kobane – Le forze della coalizione internazionale continuano a concentrare i loro attacchi aerei sulla città di Kobane per dare respiro ai combattenti curdi assediati da circa un mese dai miliziani fedeli all’autoproclamato califfo, Abu Bakr al-Baghdadi. Secondo quanto riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani, dall’inizio dell’attacco dei jihadisti alla città sono morte 662 persone, senza contare le vittime dei raid aerei a guida americana. Dal 16 settembre sono rimasti uccisi 374 combattenti dello Stato Islamico, 258 curdi e altri 20 civili di diversa etnia. Lo stesso osservatorio riporta che i jihadisti stanno indietreggiando e hanno perso la collina strategica di Zanqat, a ovest della città. Intanto, il governo britannico ha annunciato che invierà nei cieli dell’Iraq i suoi droni Reaper, attualmente di stanza in Afghanistan. Sarà la prima volta che i droni britannici svolgeranno operazioni al di fuori del territorio afgano.
Isis, nuovo video con miliziani occidentali – Si intitola “Wait. We are also waiting here” (‘Aspettate, anche noi vi stiamo aspettando’), e il primo a prendere la parola è un combattente che parla in inglese e che si presenta con nome di battaglia Abu Abduallah. L’uomo si rivolge agli occidentali, in particolar modo al premier britannico David Cameron, dicendo che i miliziani stanno aspettando i militari di terra nel califfato per “far saltare loro la testa”. “Non potete fare niente contro Allah – dice – la bandiera dell’Isis sventolerà anche sulla Casa Bianca“.
Poi un altro jihadista inizia a parlare in francese e si qualifica col nome di Abdul Wadoud. “Perderete – rivolto agli occidentali – perché questa è l’era dell’Islam e voi non potete farci niente. Venite in Sham (Grande Siria, ndr) se siete dei veri uomini”. Poi minaccia il presidente francese, François Hollande: “Tu la pagherai cara”.
Il jihadista tedesco – A chiusura del video lancia il suo messaggio in tedesco un ultimo jihadista. Si tratta di Michael N., e per combattere l’occidente, ha scelto il nome di Abu Dawud. Ha una barba lunga alla Osama Bin Laden, ma è originario del Noredreno-Westfalia. “Il momento è arrivato, lo aspettavamo da 1.400 anni – dice – Obama, tu menti alla tua gente, vuoi sconfiggere l’Islam ma non hai il coraggio di inviare truppe di terra. E tu, Merkel, lo sappiamo che finanzi Israele“. Poi lancia un appello ai musulmani in Germania. “Ai miei fratelli in Svizzera, Austria e Germania: unitevi a questa lotta, venite a casa”. “Noi vi aspettiamo! Vi aspettiamo da 1.400 anni!”, ha detto rivolgendosi gli americani. “E questo vale anche per voi tedeschi. La sporca Merkel. Dopo che hai fatto i tuoi regali a Israele. Vi riunite tutti, Hollande, Cameron, Putin. Vi riunite contro i musulmani. Perderete soltanto!”.
Gli inquirenti tedeschi lo monitorano da anni: da quando, convertitosi all’Islam, arrivò alla testa di un’organizzazione salafita, poi proibita in Germania, Millatu Ibrahim. Nel 2012 si trasferì in Egitto con la moglie, e dopo una soggiorno in Libia, si è stabilito in Siria. Nel videomessaggio ha rivolto anche un appello ai “fratelli in Germania, Austria e Svizzera”.
“Non sedete fra gli sporchi, unitevi alla via di Allah”, li ha esortati. Il fenomeno dei tedeschi islamizzati che partono per il Medio Oriente per unirsi alla guerra del terrore è in costante crescita. L’antiterrorismo in Germania ha segnalato nelle scorse settimane oltre 400 tedeschi partiti per i paesi islamici, e circa 150 rientri. Pur non essendoci rischi concreti di attentati, le possibili iniziative di questi ‘cani sciolti’ sono molto temute: numerosi sono stati gli arresti di sospetti terroristi e il governo parla di “alto rischio di attentati generici”. Nelle indagini sui tedeschi al seguito dell’Isis, sono emersi almeno otto casi di giovani arrivati alla scelta di immolarsi, lasciandosi esplodere in attentati kamikaze.