Per Federbet "è la dimostrazione che in Italia non si vuole far nulla per contrastare veramente il fenomeno del calcioscommesse". Ma per Snai "può essere anche un’occasione di tutela e di lotta la mercato nero"
Fiorenzuola-Porto Tolle, Battipagliese-Agropoli, Maceratese-Amiternina: domenica nel palinsesto delle quote Snai c’erano anche queste partite. E molte altre del campionato di Serie D: la scorsa settimana, infatti, i Monopoli di Stato hanno dato il via libera alle puntate sulle partite della Lega Nazionale Dilettanti. E il gruppo Snai è stato il primo a cogliere questa possibilità, aprendo una nuova frontiera delle scommesse calcistiche. “C’era da tempo una forte richiesta, il calcio dilettantistico conta molti appassionati a livello locale desiderosi di poter scommettere sulle partite della propria squadra”, spiega il gruppo. “Come si accettano puntate su competizioni di differenti livelli di varie nazioni, accettiamo scommesse anche sulla Serie D, a conferma dell’interesse e della credibilità di questo campionato. E’ un riconoscimento e una manifestazione di fiducia nello sport italiano”.
Già. E’ anche una questione di fiducia, visto il rischio che questa possibilità si trasformi in un assist al calcioscommesse. Più si scende di livello, infatti, più aumenta la possibilità di combinare i match. Già la Lega Pro negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con questo tipo di problema: non è insolito in terza serie vedere partite non quotate, proprio perché considerate a rischio o dal risultato scontato (cosa invece del tutto eccezionale in Serie A o Serie B). E nel tentativo di prevenire il rischio di combine da anni la Lega ha stipulato un accordo di collaborazione con Sport Radar, un’azienda svizzera di monitoraggio. In categorie che non sono più neanche professionistiche – dove i giocatori guadagnano pochi spiccioli, non esiste il controllo delle grandi società e neppure quello garantito dalla visibilità televisiva – è sicuramente più facile avvicinare membri delle squadre e tentare di veicolare i risultati. Anche il gruppo Snai appare consapevole della questione, ma ribalta la prospettiva: “Le scommesse legali su un evento portano attenzione e controlli: la quotazione può essere anche un’occasione di tutela per la stessa Serie D, oltre che una vetrina importante per i campionati minori”, commentano dall’agenzia.
“Le strutture informatiche del Ministero verificano i flussi di scommesse e consentono di intervenire tempestivamente in caso di anomalie. Del resto, un mercato esisteva già. Meglio legalizzarlo, che abbandonarlo alle puntate clandestine”. Senza contare il mercato nero, infatti, in passato era già possibile trovare match quotati su alcuni portali con sede all’estero, che operano al di fuori dell’egida dei Monopoli. Adesso il via libera ufficiale rappresenta un vero e proprio sdoganamento per i nove gironi della Lnd. E non tutti guardano di buon occhio questa mossa. “E’ la dimostrazione che in Italia non si vuole far nulla per contrastare veramente il fenomeno del calcioscommesse”, spiega Francesco Baranca, direttore generale di Federbet, associazione attiva da anni nella lotta alle combine, e che a giugno aveva pubblicato un rapporto “shock” che denunciava la presenza di 400 partite sospette in tutte Europa e almeno nove truccate in Italia. “E’ vero che non è la mela esposta a fare il peccatore. Ma fare attività di monitoraggio su un bacino di partite enorme e realtà microscopiche come quella della Serie D mi sembra un’impresa titanica”, conclude. Intanto, però, le prime puntate sono già partite. Da domenica sui quasi cento match del campionato Dilettanti si sono moltiplicati gli interessi. E bisognerà tenere gli occhi aperti.