Dall'inizio di ottobre 2014, le caserme dei carabinieri di Reggio Emilia e Modena sono tempestate di chiamate per segnalare tentativi di aggressione da parte di personaggi mascherati. Ma gli investigatori avvertono: "Notizia priva di fondamento. Per ora c'è solo rischio emulazione"
“Spero di sbagliarmi, ma temo che prima o poi, con il tam tam e la psicosi su internet e sui giornali qualcuno di questi clown per davvero comparirà per le strade”. Tra gli investigatori di Reggio Emilia al momento l’unica preoccupazione è questa: l’effetto emulazione che potrebbe fare sì che una notizia per ora priva di fondamento, a furia di passare di bocca in bocca, si auto-avveri. L’ultima segnalazione ai Carabinieri è arrivata giusto mercoledì 15 ottobre da Reggiolo: “Correte c’è uno di quei pagliacci mascherati con le mazze”. Arrivati sul posto gli uomini dell’Arma non hanno trovato nessuno: solo la mamma della ragazza che aveva fatto la telefonata. Ai militari ha spiegato che un’amica di sua figlia avrebbe visto questi personaggi.
Sempre così, oramai è una psicosi. Dall’inizio del mese di ottobre, le caserme soprattutto in provincia di Reggio Emilia sono tartassate di chiamate di ragazzini o genitori che spiegano che un loro amico, un loro figlio, un loro compagno di scuola avrebbero visto o avrebbero avuto a che fare con persone mascherate da clown che aggredivano i passanti, nella maggior parte dei casi giovani o giovanissimi. Ma poi, in concreto, tutti riportano per sentito dire: non c’è mai una testimonianza diretta. Per ora mai una denuncia scritta.
Tutto ha preso il via a Spezzano di Fiorano, provincia di Modena, a inizio mese. Alcuni ragazzini che frequentano un centro sportivo paesano raccontano di essere stati aggrediti da alcuni personaggi vestiti da clown, con mazze e bastoni e un pitbull al guinzaglio. I presunti “avvistamenti” si ripetono, ma con questo anche il tam tam sui social network alimentato anche dalla paura dei genitori per l’incolumità dei propri figli. Ai carabinieri arrivano solo segnalazioni, niente di più. La sera dell’8 ottobre a Sassuolo una ragazzina di 18 anni dice di essere stata rincorsa da due individui mascherati. Anche qui, nulla di preciso, nessun altro ha assistito alla scena: semplicemente la notizia è circolata sul web dove in breve ha avuto centinaia di contatti. In alcuni paesi gruppi di ragazzi hanno organizzato delle ronde per acciuffare questi fantomatici pagliacci: ma senza gross risultati. Le macchine sospette fuggivano via veloci e per un motivo o per un altro non si riusciva a trascriverne la targa.
C’è poi un’altra questione che ha contribuito a creare il fenomeno. Nelle discussioni e sui commenti dei social network sono immediatamente comparsi video che avrebbero dovuto ‘provare’ le aggressioni in terra emiliana. In realtà, senza che in tanti davanti al computer se ne accorgessero, si trattava di candid camera diffuse su internet da un gruppo di ragazzi italiani: in questi video dei malcapitati passanti si ritrovano davanti dei clown che, utilizzando dei manichini, simulano efferati delitti per poi inseguire i ‘testimoni’ terrorizzati.
Eppure, complici anche questi sketch su Youtube, da giorni tra Modena e Reggio Emilia non si parla di altro. Qualche giorno fa in una scuola di Modena un gruppo di ragazze si rifiutava di uscire dall’aula. Amici di compagni avevano detto di avere sentito una musichetta che poteva far sospettare la presenza dei clown. La preside, rifiutandosi di chiamare la polizia come chiedevano gli studenti, non è riuscita a trovare nessuno che denunciasse direttamente la cosa. Negli ultimissimi giorni, forse da quando si è scoperto che i carabinieri di Reggio Emilia hanno iniziato a fare accertamenti sull’ipotesi di reato di procurato allarme, i centralini sembrano ricevere meno chiamate. Ma tanto si è parlato del caso che dopo un incontro convocato ad hoc con il sindaco di Modena, il questore, il comandante provinciale dei carabinieri e quello della Guardia di finanza, il prefetto di Modena Michele di Bari ha scritto un comunicato: “Nel corso dell’incontro, si è preso atto che, al momento, non risultano elementi certi e attendibili rispetto alla vicenda”. Il fenomeno, ha assicurato il prefetto, sarà “attentamente monitorato”.