Da grande monovolume qual è stata finora, l'Espace diventa più snella, più leggera e più tecnologica. E ancora più modulabile: i sedili "affogano" nel pavimento semplicemente premendo un tasto. È Laurens van den Acker, il designer che con la Clio e la Captur ha dato un volto nuovo alla Renault, a illustrare gli atout del nuovo modello. E a raccontare perché la portabandiera del marchio non poteva non cambiare
L’Espace, la grande monovolume per eccellenza, rinnega le sue origini ed evolve in una modernissima crossover: capita anche questo, alla Renault. “Dell’Espace abbiamo conservato lo spirito innovatore, ma dovevamo assolutamente rispondere alla tendenza del mercato, che in tutto il mondo sta abbandonando le monovolume a favore delle crossover, persino in Francia che è sempre stata la patria delle ‘monospace’”, dice il responsabile del design Renault, l’affabile olandese Laurens van den Acker, durante un’intervista al Salone di Parigi. Il modello, visto da vivo, ha in effetti un aspetto insolito: si tratta di una sorta di monovolume snellita montata su ruote più grandi. Rispetto al modello precedente, che è rimasto sul mercato per ben 12 anni, la nuova Espace mantiene lunghezza e larghezza simili, ma si abbassa di 12 centimetri, Contemporaneamente, però, cresce l’altezza da terra: queste modifiche, nel complesso, fanno sembrare la vettura più filante. “La silhouette dell’Espace è unica”, spiega van den Acker, “perché non esiste un veicolo di quella taglia che abbia un profilo così elegante e aerodinamico”.
La parte più difficile del progetto Espace, dice van den Acker, è stato fare accettare all’azienda il cambiamento. “L’Espace, così come la Twingo, sono delle icone per il marchio. Nel momento in cui si toccano, tutti si sollevano. Ma d’altra parte… innovare o morire, era questa l’alternativa”. E quanto a innovazione, i francesi non si sono certo risparmiati sul modello che deve diventare portabandiera del marchio e della Francia stessa, come spera il designer, che non nasconde l’ambizione vedere il presidente della repubblica francese Hollande scendere da una Espace “sugli Champs Elysées, il 14 luglio”. Piattaforma nuova, la CMF1, che ha fra le sue caratteristiche anche le quattro ruote sterzanti, per un risparmio di 250 kg rispetto al modello precedente. Tre motori “piccoli”, tutti 1.6, con potenze di 130 e 160 CV (i diesel) e 200 CV (il benzina). Fari full led di serie, così come il parabrezza panoramico che prosegue fin sopra la testa di guidatore e passeggero. Ma è all’interno che l’Espace dà il meglio. La configurazione a cinque o sette posti rimane, ma sulla nuova versione i sedili affogano nel pavimento: “Basta schiacciare il tasto del sedile che vuoi che si pieghi, e questo si piega elettricamente nel pavimento, non c’è più bisogno di toglierlo e metterlo in garage”, dice van den Acker.
Ma perché, chiediamo, in questi ultimi anni sta esplodendo la passione per le Suv e le crossover? “Ci sono diverse ragioni”, dice. “Intanto le crossover sono più spaziose delle vetture dello stesso segmento di appartenenza, e alla gente piace comprare ‘più macchina’ allo stesso prezzo. In secondo luogo, ci sono alcune sensazioni legate alla crossover, ad esempio la posizione di guida rialzata e la forma della vetratura, che fanno sentire più sicuri: un tempo in auto si era esposti come in un acquario, adesso la vetratura laterale si fa sempre più ridotta, piuttosto si apre la vista all’esterno verso l’alto, con i tetti panoramici. Infine, la crossover dà a chi la guida un aspetto più giovane e più sportivo, anche se poi non si fa nulla di sportivo con l’auto. Però su una crossover si ha l’impressione di essere più “vivi”, più attivi, ancora pronti a innamorarsi: non sono uno psicologo, ma penso che molta gente abbia paura di invecchiare”.
A proposito di età. Nonostante l’aria del ragazzino e le sneaker colorate che porta sempre ai piedi, Laurens van den Acker è responsabile del design della Renault da ben cinque anni: gli chiediamo se non sia tempo di fare un bilancio. “Sono abbastanza contento del mio lavoro, perché la Clio ha fatto tornare la gente al marchio Renault e la Captur è un successo in tutta Europa. Ma c’è ancora tanto da fare: la prossima tappa è riuscire nei segmenti C e D, perché quest’anno e l’anno prossimo usciremo con le eredi della Mégane e della Laguna e con un crossover medio”, dice il designer. “Il più bel risultato del mio lavoro, però, è aver superato l’idea delle Renault ‘grigie’. Adesso un quarto delle Clio vendute sono rosse, un colore che io ho voluto fortemente per il lancio, e tantissime Captur sono arancione, o persino bicolore. Questa è una grande soddisfazione per me: essere riuscito a colorare le strade”.