“Le Regioni hanno qualcosa da farsi perdonare”. Matteo Renzi difende la legge di stabilità annunciata dal governo e continua a testa bassa contro gli enti locali. Dopo i sindacati che si oppongono alla riforma del Lavoro, il presidente del Consiglio trova così il suo nuovo nemico. Le Regioni delle inchieste per le spese pazze (dall’Emilia al Lazio passando per la Sardegna) e i rimborsi gonfiati sono la via di fuga del premier. Dopo il duro scontro delle scorse ore con Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, Renzi chiude la giornata rinfrescando il messaggio: “Siamo pronti a discutere con tutti”, ha detto intervistato dal Tg1, “anche con le regioni. Ma facciano la loro parte. Del resto qualcosa da farsi perdonare rispetto all’opinione pubblica ce l’hanno. Serve buon senso”. Dalla sua parte il premier ha anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha già dato la sua benedizione alla manovra: “Nella legge di stabilità”, ha detto a Milano, “varata dal governo ci sono misure importanti per la crescita. Sia direttamente, con politiche di investimenti, sia indirettamente per quanto riguarda la riduzione della pressione fiscale. E che questo sia riconosciuto da più parti”.
Dal fronte regionale intanto, si è cerca una mediazione. E’ stato Chiamparino su Facebook ad annunciare di avere una “controproposta”. I tagli delle Regioni previsti per il prossimo anno sono di oltre 4 miliardi di tagli, a cui aggiungere 1 miliardo per il 2015 già calcolato dal governo Monti, 750 milioni di euro introdotti dal governo Letta e 250 milioni di euro dalla riduzione degli introiti dovuta alla diminuzione dell’Irap. Un miliardo verrà poi rispettivamente da Comuni e Province. “Basta tweet”, ha scritto il governatore Pd del Piemonte, “tagli è tema complesso ma risolvibile se ci incontriamo con il ministero dell’Economia e la Presidenza del Consiglio. Siamo pronti con delle proposte che ci consentono di rispettare il saldo dei 4 miliardi di tagli. Ma il grado di complessità tecnico è molto elevato e richiede un confronto per il quale occorre un mandato politico che deve venire da un incontro a Palazzo Chigi”. Il dossier messo a punto, per stessa ammissione del governatore del Piemonte, è molto complesso da un punto di vista tecnico ed inciderebbe sul lato delle spese ma prevederebbe anche rimodulazioni di risorse già stanziate. Allo studio comunque vi sarebbe anche una sforbiciata agli stipendi di consiglieri e dirigenti e una stretta che penalizzi le realtà meno virtuose obbligandole a uniformarsi a chi ha già messo in atto meccanismi virtuosi di spesa. Insomma, per il premier è difficile che i cittadini non pensino, dopo i tanti casi Fiorito, che le Regioni non abbiamo sprechi da tagliare prima di alzare le tasse.
Protestano però molti colleghi di Chiamparino. Primo fra tutti Roberto Maroni, governatore leghista della Lombardia: “Renzi vuole eliminare le Regioni e governare tutto da Roma”. Poi anche Nichi Vendola, presidente della Puglia: “Le Regioni hanno una grave colpa da farsi perdonare: la colpa di aver consentito ai governi di saccheggiare le risorse dei territori. Non dobbiamo ripetere l’errore. Vedo poi che Renzi occupa le tv e i Tg con la sua propaganda, più che ai tempi di Berlusconi. Qui non si cambia verso, al massimo si cambia canale”.
Renzi sembra andare avanti per la sua strada e difende la manovra, di cui ancora non si è visto un testo ufficiale: “Ha già effetti sui cittadini”, dice al Tg1, “con il bonus degli 80 euro e da gennaio avrà effetti anche sulle imprese. Di solito un presidente del Consiglio va in tv a dire quali sacrifici si devono fare e quante tasse sono da pagare. Stavolta invece stiamo a dire meno 18 miliardi di tasse. Restituiamo alla gente quello che la gente ha diritto di avere”. Un provvedimento che, secondo Renzi, non troverà ostacoli nemmeno a Bruxelles: “Dobbiamo smettere di vedere l’Ue come qualcosa di distante che dà solo giudizi. Escludo l’apertura della procedure d’infrazione, se c’è da discutere siamo pronti a farlo, ma questa manovra deve andare nella direzione del Paese con il rispetto delle procedure europee. Noi siamo quelli che hanno sempre rispettato tutte le norme europee anche se a volte non avremmo voluto”.
Politica
Legge di stabilità, Renzi: “Le Regioni hanno qualcosa da farsi perdonare”
Il presidente del Consiglio intervistato dal Tg1 continua a testa bassa contro il nuovo nemico: gli enti locali. E poi difende il provvedimento: "Ha già effetti sui cittadini". Il governatore del Piemonte Chiamparino: "Basta tweet, abbiamo una controproposta ai tagli"
“Le Regioni hanno qualcosa da farsi perdonare”. Matteo Renzi difende la legge di stabilità annunciata dal governo e continua a testa bassa contro gli enti locali. Dopo i sindacati che si oppongono alla riforma del Lavoro, il presidente del Consiglio trova così il suo nuovo nemico. Le Regioni delle inchieste per le spese pazze (dall’Emilia al Lazio passando per la Sardegna) e i rimborsi gonfiati sono la via di fuga del premier. Dopo il duro scontro delle scorse ore con Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, Renzi chiude la giornata rinfrescando il messaggio: “Siamo pronti a discutere con tutti”, ha detto intervistato dal Tg1, “anche con le regioni. Ma facciano la loro parte. Del resto qualcosa da farsi perdonare rispetto all’opinione pubblica ce l’hanno. Serve buon senso”. Dalla sua parte il premier ha anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha già dato la sua benedizione alla manovra: “Nella legge di stabilità”, ha detto a Milano, “varata dal governo ci sono misure importanti per la crescita. Sia direttamente, con politiche di investimenti, sia indirettamente per quanto riguarda la riduzione della pressione fiscale. E che questo sia riconosciuto da più parti”.
Dal fronte regionale intanto, si è cerca una mediazione. E’ stato Chiamparino su Facebook ad annunciare di avere una “controproposta”. I tagli delle Regioni previsti per il prossimo anno sono di oltre 4 miliardi di tagli, a cui aggiungere 1 miliardo per il 2015 già calcolato dal governo Monti, 750 milioni di euro introdotti dal governo Letta e 250 milioni di euro dalla riduzione degli introiti dovuta alla diminuzione dell’Irap. Un miliardo verrà poi rispettivamente da Comuni e Province. “Basta tweet”, ha scritto il governatore Pd del Piemonte, “tagli è tema complesso ma risolvibile se ci incontriamo con il ministero dell’Economia e la Presidenza del Consiglio. Siamo pronti con delle proposte che ci consentono di rispettare il saldo dei 4 miliardi di tagli. Ma il grado di complessità tecnico è molto elevato e richiede un confronto per il quale occorre un mandato politico che deve venire da un incontro a Palazzo Chigi”. Il dossier messo a punto, per stessa ammissione del governatore del Piemonte, è molto complesso da un punto di vista tecnico ed inciderebbe sul lato delle spese ma prevederebbe anche rimodulazioni di risorse già stanziate. Allo studio comunque vi sarebbe anche una sforbiciata agli stipendi di consiglieri e dirigenti e una stretta che penalizzi le realtà meno virtuose obbligandole a uniformarsi a chi ha già messo in atto meccanismi virtuosi di spesa. Insomma, per il premier è difficile che i cittadini non pensino, dopo i tanti casi Fiorito, che le Regioni non abbiamo sprechi da tagliare prima di alzare le tasse.
Protestano però molti colleghi di Chiamparino. Primo fra tutti Roberto Maroni, governatore leghista della Lombardia: “Renzi vuole eliminare le Regioni e governare tutto da Roma”. Poi anche Nichi Vendola, presidente della Puglia: “Le Regioni hanno una grave colpa da farsi perdonare: la colpa di aver consentito ai governi di saccheggiare le risorse dei territori. Non dobbiamo ripetere l’errore. Vedo poi che Renzi occupa le tv e i Tg con la sua propaganda, più che ai tempi di Berlusconi. Qui non si cambia verso, al massimo si cambia canale”.
Renzi sembra andare avanti per la sua strada e difende la manovra, di cui ancora non si è visto un testo ufficiale: “Ha già effetti sui cittadini”, dice al Tg1, “con il bonus degli 80 euro e da gennaio avrà effetti anche sulle imprese. Di solito un presidente del Consiglio va in tv a dire quali sacrifici si devono fare e quante tasse sono da pagare. Stavolta invece stiamo a dire meno 18 miliardi di tasse. Restituiamo alla gente quello che la gente ha diritto di avere”. Un provvedimento che, secondo Renzi, non troverà ostacoli nemmeno a Bruxelles: “Dobbiamo smettere di vedere l’Ue come qualcosa di distante che dà solo giudizi. Escludo l’apertura della procedure d’infrazione, se c’è da discutere siamo pronti a farlo, ma questa manovra deve andare nella direzione del Paese con il rispetto delle procedure europee. Noi siamo quelli che hanno sempre rispettato tutte le norme europee anche se a volte non avremmo voluto”.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.