In un incontro tra i vertici della compagnia sarda in crisi, i rappresentanti sindacali, il ministero dei Trasporti e del Lavoro e dei rappresentanti delle regioni Sardegna, Lombardia e Veneto, l'azienda ha richiesto la stessa procedura adottata per la compagnia di bandiera, impegnandosi a ridurre i licenziamenti previsti di 268 unità: da 1.664 a 1.336 esuberi. Accoglienza fredda da sindacati e istituzioni
La compagnia aerea Meridiana chiede fino a 5 anni di mobilità per i propri dipendenti, alle stesse condizioni economiche concesse all’Alitalia. “Rispetto all’importante passo avanti fatto dall’azienda e allo sforzo messo in campo – si legge in una nota della compagnia dell’Aga Khan- resta ferma la richiesta di Meridiana di riconoscere al proprio personale, così come avvenuto per Alitalia, un trattamento di mobilità di durata di fino a cinque anni, alle medesime condizioni economiche previste oggi dalla Cassa integrazione straordinaria (80% della retribuzione), portando il periodo complessivo di sostegno sociale sino a nove anni“. La richiesta è arrivata dopo l’incontro di venerdì 17 che si è svolto al ministero del Lavoro con i rappresentanti sindacali, il ministero dei Trasporti e dei rappresentanti delle regioni Sardegna, Lombardia e Veneto.
La riunione ha lo scopo di trovare una soluzione condivisa riguardo alla questione degli esuberi annunciati dall’azienda il 15 settembre. Meridiana ha presentato il suo progetto che, tra le altre cose, prevede una riduzione di 268 unità del numero dei dipendenti a rischio licenziamento che sono così scesi da 1.634 a 1.336. “Le misure per il contenimento – si legge nella nota della compagnia – riguardano per la maggior parte la ricollocazione di parte del personale a fronte del piano di rilancio e pensionamenti”. Così facendo, l’azienda cerca di trovare un accordo con sindacati e istituzioni, richiedendo, però, la possibilità di usufruire della mobilità fino a 5 anni per i propri dipendenti. La compagnia sarda conclude poi dicendo di auspicare “che entro il 21 ottobre si possa dare attuazione a questo progetto in modo condiviso e sottolinea che il fattore tempo è fondamentale per la ristrutturazione dell’azienda”.
Le proposte dell’azienda, però, hanno ricevuto un’accoglienza fredda: dal governo che chiede si lavori per ridurre ulteriormente il numero degli esuberi e dai sindacati che vogliono un maggiore impegno sul rilancio dell’azienda. Una soluzione che quindi sembra ancora lontana in vista dell’incontro conclusivo del 21 ottobre, a cui dovrebbero prendere parte i ministri del Lavoro e dei Trasporti, Giuliano Poletti e Maurizio Lupi. Dal canto suo la Regione Sardegna, che ha ricordato di avere 65 milioni per le compagnie aeree, quello di Meridiana è “un piccolo passo avanti ma non basta”. Il segretario generale Filt-Cigl, Franco Nasso, infine, ha bollato l’incontro come un “nulla di fatto” e ha avvertito che il giudizio sulla proposta della compagnia “assolutamente negativo”. “Apertura risicata” è invece la definizione usata dalla Fit-Cisl che chiede di unire i due marchi, Meridiana e Air Italy, per rilanciare l’azienda. Si tratta invece di un “timido passo avanti” per la Uilt, i cui delegati sono stati fortemente contestati, che chiede all’azienda di “fare di più”. Di “proposta irricevibile” parlano invece l’Usb e i due lavoratori che da tre giorni sono per protesta su una torre di illuminazione dell’aeroporto di Olbia.
Mentre il tavolo era in corso, centinaia di lavoratori Meridiana hanno sfilato a Roma, fino sotto la sede del ministero del Lavoro, per protestare contro il piano esuberi. Continuano così le proteste, dopo un mese di presidi permanenti presso gli aeroporti di Olbia, Cagliari, Linate, Malpensa e Verona. I manifestanti dicono “no” a quello che sarebbe uno dei più importanti licenziamenti di massa degli ultimi anni. A seguirli dalla torre dell’aeroporto di Olbia i due colleghi in presidio permanente aereo da 48 ore. Hanno sostituito la loro divisa con una maglietta rossa e una scritta bianca che non può passare inosservata “Io sono un esubero Meridiana”.