Resta la guerra sotto il cielo della Marcia della pace Perugia-Assisi. A meno di 24 ore dalla manifestazione alla quale parteciperanno giovani, insegnanti, sindaci, rappresentanti delle associazioni di 480 città e oltre 100 scuole, l’Agesci mantiene salda la sua posizione e non parteciperà all’iniziativa. In quest’ultimi giorni padre Alex Zanotelli, comboniano, impegnato nel quartiere “Sanità” a Napoli dopo anni di missione a Korogocho in Kenya, ha inviato un appello al mondo scout: “Chiedo all’Agesci di rivedere la sua scelta. E’ una ferita che tocca tutti noi e tutti i partecipanti della marcia. Chiedo loro di lavorare in un’ottica unitaria pur nella diversità delle proprie posizioni. Operiamo insieme per fare cambiare le istituzioni che sono totalmente sorde al grido dei poveri, al grido di chi soffre in guerre e all’urlo del pianeta terra. Diamoci da fare, tutti insieme, perché vinca la vita. I vari movimenti per la pace sono andati, per troppo tempo, ognuno per conto proprio. L’ho trovato assurdo ed ho sempre cercato di trovare vie per costruire dei percorsi di pace condivisi”.

Un fitto lavoro che padre Zanotelli ha fatto anche nei mesi scorsi con don Luigi Ciotti, presidente di Libera, i frati di Assisi e il presidente degli Enti locali per la pace Andrea Ferrari. Tentativi inutili. L’“esercito” della pace è diviso: da una parte la Tavola per la Pace“, dall’altra la Rete della Pace costruita dagli scout con Focsviv, Acli, Arci, Legambiente. Ai presidenti del Comitato nazionale Agesci, Marilina Laforgia e Matteo Spanò, uomo della “cerchia” di Matteo Renzi, non sono piaciute le modalità di gestione della marcia: “L’iniziativa è patrimonio di tutti. Il coordinamento enti locali per la pace ha invece deciso autonomamente data, percorso e piattaforma. La scelta di convocare la manifestazione senza condividere l’appello con la Rete della Pace rappresenta una scelta unilaterale. Non si può partecipare ad un evento in cui il supremo valore della pace non trova corrispondenza nelle più elementari forme di rispetto reciproco”. L’Agesci contesta la gestione economica della Tavola che “presenta diversi aspetti poco chiari come l’assenza di un bilancio certificato” e la mancata sostituzione del coordinatore della marcia, Flavio Lotti.

A far da paciere ci prova il presidente degli Enti locali per la pace Andrea Ferrari che nei mesi scorsi aveva ripreso i contatti e aveva incontrato i vertici dell’Agesci: “Abbiamo aperto un dialogo. Stiamo lavorando per costruire l’unità”. Intanto domenica molti gruppi scout hanno deciso comunque di partecipare alla marcia nonostante la linea del nazionale. Al mattino a Perugia torneranno a sventolare migliaia di bandiere arcobaleno: più di 750 associazioni hanno aderito alla manifestazione e oltre 100 enti locali lanceranno dalla basilica di San Francesco un nuovo appello per il riconoscimento della pace come diritto umano fondamentale. Con loro ci saranno la presidente della Camera Laura Boldrini e la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. Anche le scuole saranno tra i protagonisti: “La Perugia Assisi sarà per noi un giorno di lezione – ha spiegato Aluisi Tosolini, dirigente scolastico e coordinatore della Rete delle Scuole di Pace – perché daremo avvio ad un nuovo programma di educazione alla cittadinanza democratica che, a cento anni dalla prima guerra mondiale, vuole chiudere cento anni di guerre e inaugurare cento anni di pace”. La partenza è prevista alle 8,30 da Perugia dopo la celebrazione eucaristica fatta da don Luigi Ciotti e padre Alex Zanotelli.

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