All'Olimpico la squadra di Rudi Garcia è sembrata rigenerata ed è tornata a guidare la classifica. Dopo il colpo di testa di Destro in apertura, il raddoppio di Ljaic ha frenato ogni velleità di reazione da parte degli ospiti, che hanno dato l'impressione di non essere mai in partita. Ma la ferita dei torti subiti a Torino è ancora aperta e sarà difficile da rimarginare
Quattro minuti appena per scrollarsi di dosso le tossine di due settimane di sosta e di polemiche: il gol di Mattia Destro in apertura spiana la strada alla Roma e a una comoda vittoria contro il Chievo Verona. All’Olimpico finisce 3-0, Ljaic e Totti arrotondano il punteggio di una partita che è già finita dopo mezz’ora di gioco. E i giallorossi sono di nuovo in testa alla classifica, in attesa del ritorno in campo dei “nemici” della Juventus. Non che nella capitale abbiano dimenticato quanto successo nella sfida scudetto di quindici giorni fa a Torino: lo dimostra la bordata ironica di fischi con cui il pubblico accoglie il rigore a favore assegnato dall’arbitro Calvarese (e poi realizzato da Totti). La ferita dei torti subiti a Torino è ancora aperta e sarà difficile da rimarginare. Ma la risposta più importante, quella sul campo, è arrivata. La pausa, che è sempre un’incognita, non ha fatto male ai ragazzi di Rudi Garcia. Anzi. La squadra è parsa rigenerata, nel corpo e nello spirito dopo l’intenso avvio di stagione che nelle ultime partite sembrava aver tolto un po’ di smalto ai giallorossi. Specie a centrocampo, andato in affanno per le tante assenze. Recuperato De Rossi dall’infortunio (oltre ad Astori in difesa), di nuovo freschi e al top della condizione Nainggolan e Pjanic, che pure hanno giocato l’uno contro l’altro con le rispettive nazionali nel turno di qualificazione agli europei.
Il gol di Destro in apertura, splendido colpo di testa in tuffo su angolo battuto da Pjanic, sblocca subito l’incontro. E il raddoppio di Ljaic venti minuti dopo, proprio nel momento in cui il Chievo stava provando a riorganizzarsi, frena ogni velleità di reazione da parte degli ospiti. È significativo che ancora una volta a indirizzare la partita siano due giocatori che, almeno sulla carta, sarebbero riserve: la vera arma in più della Roma di quest’anno è la profondità della rosa, che permette a Garcia di avere sempre pronta un’alternativa di qualità. Il turnover non è mai un sacrificio, e persino l’insostituibile Gervinho oggi può riposare in vista della supersfida di Champions League contro il Bayern Monaco. Gioca un po’ a sorpresa, invece, e segna Francesco Totti, in campo dal primo minuto e in gol su rigore al 30’: la sua presenza in tandem con Destro serve anche a smontare definitivamente un dualismo che sembrava nuocere al centravanti azzurro.
E del resto i due si trovano a meraviglia e rappresentano una soluzione ottimale, specie in casa, in partite contro squadre che si chiudono e concedono poco al contropiede giallorosso, arma preferita di Garcia ma non sempre praticabile. Il Chievo, suo malgrado, fa davvero la figura dello sparring partner, travolto dalla Roma senza quasi accorgersene: praticamente non tira in porta in novanta minuti, soprattutto dà l’impressione di non essere mai in partita. La difesa a cinque diventa subito una zavorra dopo lo svantaggio immediato, mentre le due punte davanti sono disconnesse dal resto della squadra. Dopo mezz’ora la resistenza dei clivensi è già annichilita. Non era questa la gara da vincere per il Chievo, ma la prestazione è stata davvero negativa e scuote la già traballante panchina di Eugenio Corini. Così entrambe le squadre mandano in archivio un risultato impossibile da mettere in discussione. Nella ripresa solo ritmi blandi e girandola di cambi: Totti torna a riposo dopo pochi minuti, c’è spazio per l’esordio del giovane Paredes e del turco Ucan.
Il palleggio giallorosso è quasi accademico, ma la Roma non ha interesse a spingere ancora, guarda già avanti. A obiettivi più ambiziosi, sul breve e sul lungo periodo. Martedì all’Olimpico arriva il Bayern di Pep Guardiola, per cui è già previsto il tutto esaurito. A maggio c’è quel traguardo chiamato scudetto che anche Rudi Garcia ha evocato ieri in conferenza stampa. È ancora lontano, e per raggiungerlo bisognerà centellinare l’energia. Il suo oggi la Roma l’ha fatto in meno di un tempo. Stasera tocca alla Juventus rispondere.
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