Otto chilometri di ferrovia che servono per mettere in collegamento Lugano con Malpensa, la Svizzera con l’Italia, portare persone in maniera veloce verso Milano e la Lombardia. I lavori, per una spesa prevista di 223 milioni di euro, sono iniziati formalmente il 19 luglio del 2010, sarebbero dovuti terminare 1276 giorni dopo. Di giorni ne sono passati più di 1500 ma il cantiere, per una stratificazione di problemi, è appena al 45% del completamento. Non è terminato entro la scadenza prevista, non terminerà nemmeno in tempo per Expo, come era stato prospettato in un secondo momento. I cittadini non ne possono più e, assieme a loro, anche gli amministratori dei comuni interessati dal cantiere. Domenica mattina il sindaco di Induno Olona, Marco Cavallin, ha organizzato un presidio per denunciare la situazione e chiedere al Cipe di sbloccare i fondi necessari alla prosecuzione dei lavori: “C’è gente che da quattro anni ha il cantiere in casa, gente a cui si allaga la casa ogni volta che piove o che respira costantemente i gas di scarico dei macchinari. Vogliamo risposte e tempi certi”. I paesi attraversati dal cantiere sono letteralmente tagliati in due da una lunga e polverosa trincea e, ironia del destino, una manciata di chilometri più a Nord, appena varcato il confine con la Svizzera, la stessa linea è stata completata ed è già in funzione  di Alessandro Madron

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